L’elemosiniere di Papa Francesco: serve una pace stabile a Gaza
L’elemosiniere di Papa Francesco: serve una pace stabile a GazaRoma, 27 dic. (askanews) – “Sono stato mandato qui in Terra Santa dal Santo Padre per rappresentarlo in questi posti biblici, dove i cristiani pregano per la pace. Sono stato mandato per pregare con loro a nome del Papa”. Il cardinale Konrad Krajewski, giunto quasi al termine della sua missione in Terra Santa, ne tira le somme spiegando il senso di questi giorni passati accanto a chi soffre tra Gerusalemme, Betlemme e Nazareth.
“Abbiamo pregato per questa pace: stabile e autentica. Non solo di un cessate il fuoco ma di mettere pace nei nostri cuori e fra di noi. La terra di Gaza ha bisogno della pace”, ha detto Krajewski ai media vaticani. Oggi per l’elemosiniere l’incontro con le suore missionarie della carità a Gerusalemme con la condivisione della sofferenza per le tre suore che si trovano nella Striscia di Gaza e di cui non riescono ad avere notizie. In serata Krajewski farà ritorno in Vaticano con la certezza, dopo questo viaggio, che la preghiera “è il respiro dell’anima”, come ha detto più volte Francesco. Un’anima oggi in sofferenza per le guerre che sconvolgono il mondo e che, come ha ricordato in questi giorni il Papa, provocano “miseria e fame”. La preghiera per Gesù, Principe della pace, può fare molto per cambiare i cuori e infondere così nuova “umanità”.
Da Gerusalemme a Nazareth, circa 200 km, il porporato si è recato nella Basilica della Annunciazione assieme al parroco di Gaza per un “tempo di preghiera silenziosa”. Krajewski racconta di una preghiera sussurrata e sentita per la pace, uniti con Francesco e con i cristiani di tutto il mondo. Una preghiera che poi è diventata “carne”, facendosi voce nella celebrazione della Messa e nella recita dell’Angelus. Un’invocazione – dice ancora – levata insieme ai monaci e ai cristiani di altre confessioni. Poi la visita ad alcune comunità religiose come le suore della Sacra Famiglia di Nazareth e i Fatebenefratelli, i frati appartenenti all’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, che gestiscono un grande ospedale nella città di Gesù.