Roma, 31 mar. (askanews) – L’incriminazione di Donald Trump catapulta le elezioni del 2024 per la Casa Bianca in terra incognita, con la concreta possibilità che il principale candidato alla nomination repubblicana per le presidenziali decida di candidarsi per un nuovo mandato malgrado sotto processo. La decisione del grand giurì di Manhattan allunga l’ombra della ‘tempesta americana’ sulla campagna per le prossime presidenziali. Non a caso, sottolineano diversi media americani a poche ore dallo storico annuncio, diverse figure di peso in campo repubblicano si sono affrettate a criticare duramente l’accusa. In particolare, senza nominare Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis ha definito la mossa “antiamericana”. L’ex vicepresidente Mike Pence, parlando alla Cnn ha definito le accuse “un oltraggio”. Dichiarazioni lette come posizionamenti per evitare di inimicarsi l’elettorato fedele all’ex presidente.
Ma la messa in stato di accusa solleva interrogativi profondi per il futuro del Grand Old Party, anche perchè su Trump pesa la la possibilità di ulteriori accuse ad Atlanta e Washington. I sostenitori dell’ex presidente potrebbero risultare galvanizzati dal nuovo scenario, ma per il Gop il rischio di un indebolimento negli ‘swing states’ è una minaccia concreta. Trump è stato incriminato dal gran giurì di Manhattan con accuse connesse a pagamenti (130mila euro) alla pornostar Stormy Daniels per evitare che rivelasse durante la campagna elettorale per la Casa Bianca nel 2016 di avere avuto una relazione, o rapporti sessuali, con il candidato diversi anni prima. I dettagli non sono stati resi noti per ora, ma secondo i media americani, sono oltre 30 i capi di accusa contestati all’ex presidente, che dovrebbe consegnarsi martedì prossimo e che ha definito la vicenda “una persecuzione politica e ingerenza elettorale al livello più alto della storia”. Il gran giurì è formato da 23 cittadini, scelti a sorteggio, e può essere chiamato in caso di vicende particolarmente gravi a stabilire se le prove in mano alla procura sono base sufficiente per lanciare un procedimento penale.
“QUESTO È UN ATTACCO AL NOSTRO PAESE COME NON SI È MAI VISTO PRIMA”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma social Truth Media. L’ex presidente si trova nella sua residenza di Mar a Lago. Il suo avvocato Joe Tacopini ha detto che è “pronto a combattere”. Resta da vedere come l’opinione pubblica statunitense reagirà alla vicenda. I sondaggi mostrano che Trump rimane il leader indiscusso per la nomination repubblicana e le notizie che anticipavano l’incriminazione non hanno intaccato questo primato. La speranza, e il calcolo, della campagna di Trump e dei suoi alleati è che il tutto rilanci la base fedele al “Make America Great Again”, relegando i potenziali rivali di Trump nella scomoda posizione di doverlo difendere o inimicarsi l’elettorato più attivo.