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Li Qiang alla “Davos estiva”: Usa non cerchino conflitto economico

Li Qiang alla “Davos estiva”: Usa non cerchino conflitto economicoRoma, 25 giu. (askanews) – Il premier cinese Li Qiang si è pronunciato contro gli sforzi dell’Occidente di “disaccoppiare” le loro economie dalla Cina e di impegnarsi in un “conflitto tra blocchi”, respingendo le accuse nei confronti di Pechino di sostenere una sovraccapacità produttiva in alcuni settori, a partire da quello delle auto elettriche. Li ha parlato all’Annual Meeting of the New Champions del World Economic Forum (WEF), noto anche come Summer Davos.



“La crescita economica mondiale sta affrontando un dilemma,” ha avvertito Li durante il suo discorso a Dalian, una città sulla costa nord-orientale della Cina. “I paesi non possono considerare solo di massimizzare i propri interessi ignorando quelli degli altri”. Il premier cinese ha fatto riferimento diretto a una frase usata dal governo degli Stati uniti per descrivere la propria strategia verso la Cina. “Disaccoppiare e costruire un ‘piccolo giardino con una recinzione alta’ è invertire il progresso della storia” ha detto il capo dell’esecutivo di Pechino, sostenendo che questo approccio “aumenterà i costi per l’economia globale, fomenterà dispute e precipiterà i paesi in un ciclo vizioso, in cui tutti cercano di ottenere una fetta della torta, ma la torta stessa non cresce di dimensioni”. E questo è “ciò che non vogliamo vedere”.


Gli Usa hanno portato dal 25% a oltre il 100% i loro dazi sulle auto elettriche cinesi, seguiti dall’Unione europea che ha imposto dazi aggiuntivi su questi prodotti fino al 38%. Inoltre altre restrizioni sono state imposte da Washington su semiconduttori, materiali critici, pannelli solari. Li Qiang ha sottolineato come le esportazioni cinesi prese di mira dall’amministrazione Biden sono in realtà quelle che contribuiscono ad alleviare l’inflazione a livello mondiale. E ha alzato lo scudo del mercato, affermando che “se vogliamo sviluppare nuove industrie, dobbiamo fare affidamento sul mercato e sulle imprese”.


Per questo, ha assicurato il primo ministro, il mercato cinese “resta aperto” e ha detto che le aziende straniere possono competere e cooperare con quelle cinesi “su un piano di parità”.