Limiti di velocità, il Codacons annuncia il ricorso al Tar contro la direttiva del Mit
Limiti di velocità, il Codacons annuncia il ricorso al Tar contro la direttiva del MitRoma, 21 gen. (askanews) – La direttiva annunciata dal ministero dei Trasporti per limitare la libertà dei sindaci in tema di velocità massima delle auto nei centri abitati, finirà al Tar del Lazio. Lo afferma in una nota il Codacons, che annuncia ricorso al tribunale amministrativo per ottenere l’annullamento dei provvedimenti annunciati dal ministro Matteo Salvini.
La direttiva del Mit in tema di limiti di velocità – secondo il Codacons – è sbagliata sotto ogni punto di vista, e risulta un provvedimento ingiustificato, abnorme e sproporzionato, una misura meramente ideologica che si scontra con l’esigenza prioritaria di garantire la sicurezza stradale e tutelare l’incolumità dei cittadini. Sempre più città in Europa stanno adottando nei centri urbani il limite massimo di velocità di 30 km/h, ottenendo enormi benefici sia sul fronte dell’incidentalità sia su quello delle emissioni inquinanti, con un miglioramento evidente della qualità dell’aria. Diversamente da quanto sostenuto dal ministro Salvini, prosegue la nota, la misura dei 30 km/h adottata da Bologna ma anche da altre amministrazioni, non si applica a tutto il territorio comunale, ma solo ad aree sensibili individuate direttamente dai sindaci, a cui la legge italiana attribuisce il potere di intervenire in materia, nel rispetto del Codice della strada. Inoltre, contrariamente a quanto sostenuto dal Ministro Salvini, il limite di velocità di 30 km/h in alcune aree individuate dai sindaci non compromette alcun diritto degli automobilisti, né lede principi costituzionali. Semmai, l’unica facoltà a essere limitata è quella di mettere a rischio la vita di pedoni o ciclisti attraverso una velocità di guida eccessiva. Per tali motivi – conclude la nota – il Codacons annuncia sin da ora ricorso al Tar del Lazio contro qualsiasi direttiva del Mit tesa a impedire ai sindaci di limitare la velocità delle auto nei centri abitati: con il ricorso sarà inoltre chiesto al ministero un risarcimento danni di 500mila euro per atto illegittimo, da versare al fondo vittime della strada.