L’Istituto Geografico Militare si presenta a Palazzo Cusani
L’Istituto Geografico Militare si presenta a Palazzo Cusani
Gen. Tornabene: navigatore non può sostituire carte geografiche
Milano, 6 mar. (askanews) – Le Carte geografiche ormai sono “stringhe di metadati” ma conservano un’importanza cruciale che un qualsiasi navigatore non può sostituire: relazionare l’individuo con lo spazio che lo circonda. Si è tenuta presso Palazzo Cusani a Milano una conferenza dal titolo “L’Istituto Geografico Militare, storia ed attività, con cenni sulla Storia della Cartografia”. A presentare l’Istituto il generale di divisione Pietro Tornabene, comandante dell’Istituto Geografico Militare.
“La carta permette una coscientizzazione del territorio, permette di mettere in relazione la persona con il territorio” spiega Tornabene che prende come esempio i navigatori, ormai parte del notro quotidiano. “Non fanno altro che interpretare per noi il dato, ma esclusivamente il dato – in funzione di una direzione verso la quale avviarci – di fatto ci rendono macchina della macchina, oggetto dell’oggetto, quando invece l’essere umano deve essere capace di relazionarsi con lo spazio attorno”.
Ma soprattutto nel momento in cui ci si avvia in uno spazio incognito, “conoscerne almeno le caratteristiche generali – aggiunge l’alto ufficiale – affinché diventi parte di questo spazio e non soltanto un oggetto. Ce ne accorgiamo quando il navigatore non funziona e ci ritroviamo soli e incapaci di relazionarci con quello che ci circonda”.
L’Istituto Geografico Militare nasce come organo cartografico di Forza Armata nel 1861 a seguito dell’unità d’Italia. Grazie all’altissima qualità delle proprie produzioni, l’istituto ha visto espandere il suo ruolo da ente di supporto dell’Esercito e della Difesa a organo cartografico dello Stato.
Nel 1960, con la legge n.68, l’IGM è diventato organo cartografico dello Stato e, la cartografia prodotta dall’IGM, cartografia ufficiale dello Stato.
La presentazione è stata ospitata dal Comandante Militare Esercito “Lombardia” generale Alfonso Miro presso il salone Umberto I di Palazzo Cusani.
“La carta permette una coscientizzazione del territorio, permette di mettere in relazione la persona con il territorio” spiega Tornabene che prende come esempio i navigatori, ormai parte del notro quotidiano. “Non fanno altro che interpretare per noi il dato, ma esclusivamente il dato – in funzione di una direzione verso la quale avviarci – di fatto ci rendono macchina della macchina, oggetto dell’oggetto, quando invece l’essere umano deve essere capace di relazionarsi con lo spazio attorno”.
Ma soprattutto nel momento in cui ci si avvia in uno spazio incognito, “conoscerne almeno le caratteristiche generali – aggiunge l’alto ufficiale – affinché diventi parte di questo spazio e non soltanto un oggetto. Ce ne accorgiamo quando il navigatore non funziona e ci ritroviamo soli e incapaci di relazionarci con quello che ci circonda”.
L’Istituto Geografico Militare nasce come organo cartografico di Forza Armata nel 1861 a seguito dell’unità d’Italia. Grazie all’altissima qualità delle proprie produzioni, l’istituto ha visto espandere il suo ruolo da ente di supporto dell’Esercito e della Difesa a organo cartografico dello Stato.
Nel 1960, con la legge n.68, l’IGM è diventato organo cartografico dello Stato e, la cartografia prodotta dall’IGM, cartografia ufficiale dello Stato.
La presentazione è stata ospitata dal Comandante Militare Esercito “Lombardia” generale Alfonso Miro presso il salone Umberto I di Palazzo Cusani.