#Lombardia, ore decisive per la formazione della nuova Giunta
#Lombardia, ore decisive per la formazione della nuova Giunta
Stasera vertice centrodestra a Roma, domani presentazione nuova squadra del Fontana bis
Milano, 8 mar. (askanews) – Per la formazione della nuova giunta Fontana della Regione Lombardia “non ci sono nodi” da sciogliere, ma “ancora da chiarire alcuni punti sulla delimitazione nelle competenze dei singoli assessorati”. A poche ore dall’inizio del vertice romano del centrodestra per la chiusura della partita Attilio Fontana definisce così i fronti ancora aperti, cioè il possibile spacchettamento delle deleghe di alcuni assessorati, ad esempio dividendo il Welfare tra Sanità e Politiche sociali o lo Sport dalle Olimpiadi.
Si tratta, ha aggiunto a margine di un incontro a Palazzo Lombardia, di “due o tre cose su cui abbiamo fatto degli approfondimenti perché su alcuni ambiti ci sono delle questioni tecniche che volevamo approfondire per essere sicuri che alcune si potessero fare o meno”. L’ipotesi sul tavolo è sempre quella di una nuova giunta, come quella uscente, composta da 16 assessori e quattro sottosegretari, cioè il massimo consentito, ma nelle pieghe dell’eventuale spacchettamento si declina un braccio di ferro tra i partiti sui nomi arrivato al rush finale.
Lo schema di assegnazione degli assessorati sul quale lavorano le delegazioni fin dalle prime ore dopo il voto è quello che ne assegnerebbe otto a Fdi, cinque alla Lega, due a Forza Italia e uno alla lista Fontana, ma non è detto che la quinta gamba della coalizione, cioè Noi Moderati, si accontenti di un posto da sottosegretario. “Stasera ci troviamo a Roma, chiariamo questi ultimi punti e poi diremo i nomi. Domani ci sarà la comunicazione sulla giunta” ha confermato Fontana.
Di certo, ha assicurato il presidente lombardo in coda alla conferenza stampa “Donne, sport e non solo” promossa da Coni e Confindustria, la componente femminile del nuovo esecutivo lombardo sarà di alto livello: “Non abbiamo ancora parlato di nomi quindi non posso dire quante donne ci saranno”, ma “sicuramente saranno un numero congruo e soprattutto saranno donne capaci, come hanno dimostrato di essere quelle dell’ultima legislatura”.
Chi non gradisce il metodo, prima ancora del merito, è il neo capogruppo del Pd nel Consiglio regionale, Pierfrancesco Majorino, che trova “incredibile che gli assessori della giunta lombarda debbano essere decisi a Roma. Perchè questo è ciò che sta accadendo”. Quanto all’ipotesi di spacchettamento del Welfare per l’ex candidato di centrosinistra e M5s alla presidenza è “una pessima idea” che “va in direzione contraria rispetto a quanto abbiamo bisogno, ossia molta più integrazione a livello sociosanitario e assistenziale”.
Si tratta, ha aggiunto a margine di un incontro a Palazzo Lombardia, di “due o tre cose su cui abbiamo fatto degli approfondimenti perché su alcuni ambiti ci sono delle questioni tecniche che volevamo approfondire per essere sicuri che alcune si potessero fare o meno”. L’ipotesi sul tavolo è sempre quella di una nuova giunta, come quella uscente, composta da 16 assessori e quattro sottosegretari, cioè il massimo consentito, ma nelle pieghe dell’eventuale spacchettamento si declina un braccio di ferro tra i partiti sui nomi arrivato al rush finale.
Lo schema di assegnazione degli assessorati sul quale lavorano le delegazioni fin dalle prime ore dopo il voto è quello che ne assegnerebbe otto a Fdi, cinque alla Lega, due a Forza Italia e uno alla lista Fontana, ma non è detto che la quinta gamba della coalizione, cioè Noi Moderati, si accontenti di un posto da sottosegretario. “Stasera ci troviamo a Roma, chiariamo questi ultimi punti e poi diremo i nomi. Domani ci sarà la comunicazione sulla giunta” ha confermato Fontana.
Di certo, ha assicurato il presidente lombardo in coda alla conferenza stampa “Donne, sport e non solo” promossa da Coni e Confindustria, la componente femminile del nuovo esecutivo lombardo sarà di alto livello: “Non abbiamo ancora parlato di nomi quindi non posso dire quante donne ci saranno”, ma “sicuramente saranno un numero congruo e soprattutto saranno donne capaci, come hanno dimostrato di essere quelle dell’ultima legislatura”.
Chi non gradisce il metodo, prima ancora del merito, è il neo capogruppo del Pd nel Consiglio regionale, Pierfrancesco Majorino, che trova “incredibile che gli assessori della giunta lombarda debbano essere decisi a Roma. Perchè questo è ciò che sta accadendo”. Quanto all’ipotesi di spacchettamento del Welfare per l’ex candidato di centrosinistra e M5s alla presidenza è “una pessima idea” che “va in direzione contraria rispetto a quanto abbiamo bisogno, ossia molta più integrazione a livello sociosanitario e assistenziale”.