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Mammuccini (Federbio): bio cresce ma serve una spinta propulsiva

Mammuccini (Federbio): bio cresce ma serve una spinta propulsivaRoma, 17 lug. (askanews) – “I dati Ismea attestano che il biologico continua a crescere, anche se a un ritmo più contenuto, indubbiamente influenzato dalle crisi ambientali, climatiche e sociali. I consumi fanno registrare un incremento più a valore che a volume, risentendo degli effetti inflazionistici di un mercato caratterizzato da instabilità e volatilità”. E’ quanto sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, commentando i dati del rapporto Bio in cifre presentati oggi da Ismea.



“Per imprimere una spinta propulsiva al settore occorre agire su diversi fattori: semplificazione burocratica, ricerca, innovazione – spiega Mammuccini – formazione e assistenza tecnica, organizzazione della filiera con l’obiettivo del “giusto prezzo” attraverso la rapida attuazione del Piano d’Azione nazionale per il bio e delle misure del Piano Strategico italiano della PAC”. Inoltre, “Per sostenere una crescita sana del biologico, l’incremento della produzione nazionale deve essere supportato da un’equivalente crescita dei consumi interni. Occorre quindi stimolare la domanda, sensibilizzando i cittadini sulle ricadute positive che il biologico comporta per l’economia, la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre – aggiunge ancora Mammuccini – è fondamentale semplificare le procedure per ridurre i costi di consulenza e supporto legati alla certificazione, che vanno ad aggravare e penalizzare soprattutto le piccole e medie aziende bio italiane, che rappresentano la storia del biologico, valorizzando l’identità e il legame con il territorio, in particolare delle aree interne e rurali, e favorendo il rapporto diretto tra produttori e consumatori di buon cibo biologico”.


Nonostante l’Italia sia tra i Paesi più bio in Ue, con circa il doppio della SAU media europea, FederBio ritiene fondamentale sviluppare ulteriormente le produzioni biologiche, penalizzate anche dai cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio le rese produttive e la stabilità degli ecosistemi. “La crisi climatica ha un impatto su tutta l’agricoltura determinando una riduzione della produzione e, anche se il biologico è il modello agricolo più resiliente alle emergenze climatiche – continua la presidente di FederBio – considero necessario puntare su formazione e assistenza tecnica a supporto degli agricoltori e investire su innovazione e ricerca per l’agroecologia”.


Infine, per fare del biologico il modello di riferimento dell’intero comparto agroalimentare italiano, “è estremamente importante che tutti gli attori del settore operino in rete, attraverso i distretti biologici a livello territoriale e sistemi organizzati lungo l’intera filiera affinché i prodotti biologici siano sempre più facilmente disponibili anche nei circuiti di ristorazione collettiva, come ad esempio nelle mense scolastiche”, conclude la presidente di Federbio.