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Masi: utile 2023 cala a 650 mila euro (-85%), ricavi scendono a 66,4 mln

Masi: utile 2023 cala a 650 mila euro (-85%), ricavi scendono a 66,4 mlnMilano, 15 mar. (askanews) – Il 2023 per Masi Agricola, società quotata nell’Euronext Growth Milan e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, si è chiuso con dati tutti in calo rispetto all’anno prima, penalizzati da inflazione e calo dei consumi. L’utile è sceso dai 4,5 milioni di euro del 2022 ai 650mila euro, con un calo dell’85,4%. Giù anche i ricavi passati a 66,4 milioni di euro dai 74,7 di un anno prima (-11,1%), riportandosi sui livelli pre-Covid. L’Ebitda consolidato si è attestato a euro 7,235 milioni contro i 13,24 di un anno prima, per effetto del calo dei volumi e delle conseguenze del meteo sulla vendemmia, mentre l’Ebit è sceso da 8,78 milioni a poco meno di 3 milioni, dopo aver coperto ammortamenti e svalutazioni per 4,2 milioni. L’indebitamento finanziario al 31 dicembre 2023 ammontava a 15,96 milioni, contro i 7,7 di 12 mesi prima.



“Come era atteso, dopo un 2022 caratterizzato da rilevanti riassortimenti degli stock da parte della filiera distributiva il 2023 è stato un anno di riflusso, per tutto il settore e anche per noi. Una vendemmia quantitativamente penalizzata e compromessa dalla peronospera, così come la permanenza di costi operativi ancora elevati per effetto degli eccezionali aumenti dei prezzi delle materie prime, dei derivati e dell’energia iniziati nel 2022, hanno abbassato la redditività – ha dichiarato Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola – A fronte di un’apertura d’anno tutt’altro che migliorativa, continuiamo a lavorare sulla strategia della premiumness, omnicanalità distributiva,direct-to-consumer, innovazione di prodotto, a partire da quanto stiamo presentando alle fiere di settore”. Il cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo unitario ordinario pari a 0,03 euro per azione.


Nel 2023 la maggiore attenzione alla spesa da parte dei consumatori e il visibile aumento del costo del denaro hanno generato un’eccezionale inversione di tendenza – in negativo – nelle vendite di tutto il settore del vino italiano, e anche nei ricavi consolidati di Masi, si legge in una nota. Inoltre la vendemmia è stata penalizzata, in alcuni areali (es. Lugana, Val d’Orcia, Valdobbiadene) dalle grandinate estive e da precipitazioni piovose violente, con espansione della peronospera. Il fattore-meteo si è peraltro innestato come causa peggiorativa rispetto alle carenze produttive crescenti negli ultimi anni dovuti alle epidemie patologiche in atto in molte parti del vigneto- Italia. I costi operativi lo scorso anno sono risultati stabili, ma ancora molto elevati, con timide riduzioni nell’ultimo trimestre. L’importante incremento dei listini di vendita per il secondo esercizio consecutivo (anche oltre il 10% all’anno), spiega l’azienda, non ha attutito la diluizione di redditività derivante dall’aumento degli altri costi operativi. In più nel 2023 Masi Agricola non è risultata assegnataria dei contributi Ocm per la promozione nei mercati extra-europei richiesti al ministero dell’Agricoltura, cosa che secondo l’azienda è fondata su elementi di valutazione del ministero non condivisibili. Anche per il 2024 il ministero ha rifiutato la concessione di tali contributi, a fronte del quale l’Istituto Grandi Marchi ha adito un ricorso al Tar del Lazio.


Analizzando i ricavi a livello di mercati geografici l’Italia si è mantenuta pressochè stabile con un calo dello 0,4%. Nel resto d’Europa invece la contrazione è stata del 9,6%, ma i picchi si sono toccati nei mercati americani calati del 19,2% e poi nel resto del mondo con un -28,1%. Guardando all’avvio del 2024 i mercati nell’insieme non sembrano presentare particolari segni di ripresa, rimanendo molto cauti i canali sia horeca che retail, con ordini inferiori all’esercizio precedente. La view più condivisa dagli operatori di settore immagina la persistenza di questa attitudine per il primo semestre 2024.