Mattarella da Cracovia avverte: l’Ue non può essere solo la somma di mutevoli interessi nazionali
Mattarella da Cracovia avverte: l’Ue non può essere solo la somma di mutevoli interessi nazionaliCracovia, 19 apr. (askanews) – Ha scelto l’università di Cracovia Sergio Mattarella per fare un discorso a tutto campo sull’Europa, il suo passato e il suo futuro, le sue debolezze e le sue potenzialità. L’Europa non può limitarsi ad affrontare “problemi dettati da altri, in un quadro internazionale deciso da altri”, ha ammonito il capo dello Stato, secondo il quale se l’Unione si limita ad essere la “somma temporanea e mutevole di umori e interessi nazionali” sarebbe “perennemente instabile”. E’ dunque fondamentale invece procedere nell’integrazione, difendere i valori comuni, investire nell’allargamento ai paesi balcanici innanzitutto ma poi anche ad Ucraina e Moldavia per assicurare la stabilità al Continente, mentre l’aggressione russa all’Ucraina sta minacciando la pace faticosamente conquistata all’indomani della seconda guerra mondiale.
“Le ‘prove generali’ della Seconda guerra mondiale ebbero luogo qui, nell’Europa centro-orientale – ha ricordato Mattarella -, in Cecoslovacchia, in Polonia, con l’aggressione da parte della Germania nazista e dell’Unione Sovietica stalinista, frutto di ideologie di esasperazione nazionalistica e di potenza”. Come non citare Danzica, due volte protagonista della storia: “Il ‘piano bianco’ del 1939 con l’aggressione alla città da parte del regime nazista e l’avvio, nel 1988, dai Cantieri, del processo di affrancamento dal regime comunista. ‘Morire per Danzica?’ ci si interrogava in Europa alla vigilia della seconda guerra mondiale. Il seguito di queste incertezze è noto”. E’ la storia dunque che ci insegna che l’unità dell’Europa è la sola via per garantire la pace nel continente: “Come costruire la pace, come realizzare un sistema rispettoso dei diritti di ogni Stato, in grado di irradiare intorno a sé valori positivi di cooperazione? La Polonia è testimone eccellente di questi processi, capofila di quello che portò alla liberazione dal giogo sovietico numerosi Paesi dell’Europa centro-orientale”. “Oggi l’Europa è testimone di crimini frutto di una rinnovata esasperazione nazionalistica che pretende di violare confini, di conquistare spazi territoriali accampando la presenza di gruppi di popolazione appartenenti alla stessa cultura”, perciò – avverte Mattarella – “è necessario superare con coraggio e lungimiranza le contraddizioni di voler puntare, da un lato, a una solida cornice di difesa europea senza saper superare, dall’altro, le timidezze di chi esita ad avanzare sulla strada dell’integrazione. L’una non può esistere senza l’altra”. E le sfide globali che abbiamo di fronte rilanciano anche la necessità di consolidare il rapporto euroatlantico, questo significa “respingere la tentazione della frammentazione della solidarietà fra Paesi liberi, cementata nella esperienza dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea” perchè, è la convinzione del presidente della Repubblica, “sicurezza europea e sicurezza euroatlantica sono concetti indivisibili”.
Mattarella cita i fondatori dell’Ue, Monnet e Schuman, per ricordare quali sono stati i principi ispiratori della comunità europea: “L’Europa nasce come grande progetto di pace, come visione di sviluppo capace di superare contrapposizioni storiche, come quella tra Germania e Francia. Occorre una visione altrettanto saggia e robusta. L’Unione Europea è innanzitutto una comunità di valori che trova nel rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie, nel rispetto dello Stato di diritto, nella democrazia e nel dialogo, nella coesione sociale, nelle prospettive di realizzazione dei giovani, i suoi principi cardine. Per tutto questo l’Europa è dei suoi cittadini. Un modello di successo perseguito come traguardo ideale in altri continenti”. Ma essere parte di questo progetto, avverte infine il capo dello Stato, “significa condividerne, con spirito di solidarietà e responsabilità, i valori fondanti e impegnarsi quotidianamente a difendere i diritti sanciti dalla Carta dei valori dell’Unione Europea”.