Mattarella nel discorso di fine anno: la pace grida la sua urgenza
Mattarella nel discorso di fine anno: la pace grida la sua urgenzaRoma, 31 dic. (askanews) – “Migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno sottolineando alcuni episodi che lo hanno colpito particolarmente: “nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane”. “Queste forme di barbarie – osserva il capo dello Stato – non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite”. “Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. “La pace – ha aggiunto il capo dello Stato – non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto. E perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa”. “Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”.
L’arresto di Cecilia Sala “segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”, ha detto il Presidente. “La notte di Natale Papa Francesco – cui invio auguri pieni di riconoscenza – ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza”.
“La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina, che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa, ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione”. “I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni”, così Mattarella.
Il capo dello Stato ha dedicato ai giovani un passaggio del suo discorso anche in merito al crescere di fenomeni di violenza che, a suo avviso diventa “più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi. Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo”. “L’alto numero di suicidi nelle carceri è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario”, ha aggiunto.
“Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita e numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”, ha anche affermato il presidente. “Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste”, ha anche affermato Mattarella. “La fine dell’anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini”. “Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri – ha ricordato il capo dello Stato -. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà. Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi”. “È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”. “La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e massimo sostegno deve essere assicurato alle vittime dei reati. Dal Rapporto Censis, sulla base di dati del Ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni. Siamo grati alle Forze dell’Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. Nel messaggio di fine anno Sergio Mattarella ha voluto rivolgere anche “un saluto alle donne e agli uomini di sport in questo che è stato un anno olimpico e paralimpico. Ricordo le notti di Parigi, l’orgoglio dei nostri atleti attorno alla nostra bandiera. Sono a loro grato per i successi e ancor di più per l’autentico spirito sportivo con cui hanno vissuto la loro partecipazione: un bell’esempio, ben oltre i confini dello sport”. “Nel 2025 – ha anche detto Mattarella – celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia”. “L’ampia partecipazione dei cittadini al voto rafforza la democrazia attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica”, ha inoltre affermato il presidente. La speranza non è attesa inoperosa, siamo noi, è il nostro impegno. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si rivolge agli italiani nel messaggio di fine anno. Quasi un’esortazione a darsi da fare in prima persona in un momento storico che ci vede sottoposti “a una allarmante forza centrifuga capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni”. “Faglie profonde attraversano le nostre società”, registra il capo dello Stato, e allora cosa fare? “C’è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme”, dice. “Tocca a noi tradurre la speranza in realtà”. E di nuovo in conclusione del suo discorso Mattarella aggiunge: “la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”. Gal