Mattarella premia giovani Alfieri e stigmatizza il pestaggio alla scuola di Firenze
Mattarella premia giovani Alfieri e stigmatizza il pestaggio alla scuola di FirenzeRoma, 24 feb. (askanews) – Trenta storie di solidarietà, di coraggio, di semplicità, di convivenza civile. Trenta ragazzi e ragazze, dai 14 ai 18 anni, a cui stamani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha consegnato gli attestati d’onore di Alfiere della Repubblica riconoscendoli come “modelli positivi di cittadinanza”. Un’occasione che il Capo dello Stato ha colto sia per ricordare – dopo “un lungo anno di guerra” in Ucraina – il valore della pace e l’impegno, anche di tanti giovani nella storia e nel presente, contro “comportamenti aggressivi”, sia per spendere qualche parola sulla violenza che si manifesta in vari contesti, privati e pubblici. Compreso quanto avvenuto giorni fa a Firenze con il pestaggio di alcuni studenti davanti al liceo Michelangiolo ad opera di sei giovani di Azione studentesca.
Su quei fatti e sulla lettera della preside del liceo Leonardo Da Vinci, Annalisa Savino, che ha condannato la violenza e messo in guardia sui rischi di un ritorno al fascismo, si è scatenato un dibattito nel quale è intervenuto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, attaccando la docente mentre nessuna dichiarazione è giunta dalla premier Giorgia Meloni. Oggi il Capo dello Stato è tornato su quanto accaduto con parole nette: “La violenza la vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, violenza nelle abitazioni, violenza contro le donne, violenza in tante circostanze per strada, e in tante altre circostanze, addirittura nei giorni scorsi davanti a una scuola contro ragazzi”, ha ricordato Mattarella. Per poi aggiungere che “vi sono episodi di violenza contro i quali però la vera diga è fatta naturalmente dagli interventi delle pubbliche autorità ma è fatta in maniera prevalente soprattutto dai comportamenti positivi che nella società si realizzano, vengono fuori, si manifestano, come quelli che voi avete messo in campo”.
Tra i trenta premiati c’è Tommaso Zotti, un ragazzo di 15 anni, che, dopo il malore del conducente di uno scuolabus, ha aiutato tutti a mettersi in salvo. C’è Aniello Capuano, 14 anni, che affronta la malattia che lo ha colpito da bambino, impegnandosi anche per fare conoscere la distrofia facio-scapolo-omerale e per sostenere la ricerca scientifica. E ci sono Francesca Di Sabatino, 18 anni, che si impegna come volontaria a favore dei bambini e delle persone più deboli e Maria Grazia Fragale, 17 anni, che si è spesa per l’integrazione di una ragazza ucraina in classe aiutando alcuni rifugiati ucraini ad apprendere la lingua italiana.
Ragazzi non ancora ventenni che hanno scelto da che parte stare. Come lo fecero i giovani tedeschi che si opposero, pagando con la vita, al nazismo. Mattarella ha voluto ricordarli soffermandosi sull’anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina. “L’ambito internazionale non è separato da quello interno ai singoli paesi, c’è una grande reciproca influenza” e “oggi è un giorno particolare, per voi e per me, per la consegna di questi riconoscimenti ma anche perchè oggi – ha spiegato il presidente – si compie un lungo anno della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina. Nella nostra Europa non si vedeva una guerra” così “dagli eventi drammatici che hanno condotto alla seconda guerra mondiale” e “allora molti si opponevano a comportamenti aggressivi”. Come Hans e Sophie Scholl della Rosa Bianca che “seminarono per il futuro”, ragazzi “poco più che ventenni” che rifiutarono “la violenza”, “i comportamenti aggressivi” e pagarono “con la vita”. Da qui, dalla difesa di questi valori, ha concluso Mattarella, “è nata la nuova Europa che dopo essersi per secoli lacerata in guerre devastanti e sanguinose ha costruito una condizione di pace che oggi, un anno fa, è stata posta in pericolo”.