Mattarella: senza raggiungere la pace c’è il rischio costante di nuove violenze
Mattarella: senza raggiungere la pace c’è il rischio costante di nuove violenzePanmunjom, 8 nov. (askanews) – “Qui si comprende come una guerra che non si è mai conclusa con il conseguimento della pace comporta il rischio costante di nuove violenze e quanto qui viene fatto ha il respiro della storia. È particolarmente importante per evitare esplosioni di violenza ulteriori”. Così il Presidente della Repubbica, Sergio Mattarella, al termine della visita alla Joint Security Area.
Si tratta del sito che sorge su quel che rimane di Panmunjon, la piccola cittadina che si sviluppava a cavallo del 38° parallelo, dove tra il 1951 e il 1953 si tennero le trattative per l’accordo che pose fine alla Guerra di Corea. Non fu però mai raggiunto un vero e proprio accordo di pace e perciò fu creata questa zona demilitarizzata. “Qui si è svolta una pagina cruciale della storia” ha detto Mattarella, nel corso della visita alla Joint Security Area. La Joint Security Area è il sito che sorge su quel che rimane di Panmunjon, la piccola cittadina che si sviluppava a cavallo del 38° parallelo, dove tra il 1951 e il 1953 si tennero le trattative per l’accordo che pose fine alla Guerra di Corea. Da allora quest’area è divenuta uno dei luoghi più peculiari del mondo, in cui gli eserciti del Nord e del Sud si trovano a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro e sorvegliano un breve tratto di confine non recintato e reso visibile soltanto da un muretto alto pochi metri.
La firma dell’armistizio di Panmunjon che, come noto, non fu mai seguita da un accordo di pace, portò alla creazione di una Zona Demilitarizzata, vale a dire una striscia di terra di due chilometri a nord e a sud del confine dalla quale gli eserciti dei due Paesi si sono rispettivamente ritirati. All’interno di tale Zona, la Joint Security Area rappresenta oggi un luogo di grande valore militare e politico. Gli edifici in cui furono stipulati gli accordi sono perfettamente divisi a metà dalla linea di confine e sono stati dipinti di azzurro, colore delle Nazione Unite. Nella struttura principale è ancora conservato il tavolo dove fu firmato l’accordo armistiziale. Questo piccolo complesso è oggi chiamato “villaggio dell’armistizio” o “villaggio della pace”. Il tenente generale Andrew Harrison, vice comandante della base Onu del JSA, ha accompagnato il capo dello Stato nel corso della visita e ha sottolineato come “questo sia un luogo surreale perchè dietro la apparente tranquillità e pace si nasconde un effettivo rischio di guerra. La storia ci dà avvertimenti minacciosi”, ha aggiunto ricordando poi “il forte senso di gratitudine per il contributo dato dall’Italia con un ospedale da campo” durante la guerra di Corea, “qualcosa che i coreani non dimenticano, ripropongono continuamente”. L’Italia allora, nel 1953, non era ancora stata accolta nelle Nazioni Unite ma volle comunque dare un contributo.