Meloni in Moldova rinnova sostegno a Kiev (e tira volata a Vox)
Meloni in Moldova rinnova sostegno a Kiev (e tira volata a Vox)Bulboaca, 1 giu. (askanews) – La domanda arriva “a margine”, il tema non è di certo tra quelli in agenda. Eppure Giorgia Meloni non ha nessun problema a rispondere. Ad ammettere che, per quanto non voglia infilarsi “in dinamiche di un’altra nazione”, l’esito delle prossime elezioni spagnole – convocate da Pedro Sanchez dopo la debacle nel voto locale – in quanto presidente dei Conservatori europei, vengono da lei osservate “con molto interesse”. In pratica, un nuovo sostegno all’alleato, il partito Vox di Santiago Abascal, magari con toni più istituzionali di quelli usati altre volte nel passato.
Un piccolo accenno alle dinamiche dell’Europa che verrà, quella che sarà disegnata dalle elezioni del prossimo anno e da cui la presidente del Consiglio spera possa emergere un nuovo asse in cui il suo partito sostituisca i socialisti nell’alleanza con il Partito popolare. L’Europa di oggi, invece, è quella riunita in Moldavia, nel castello di Mimi nelle campagne di Bulboaca, per il secondo summit della European political community (Epc), il format nato nel 2022 per volere volere del presidente francese Emmanuel Macron e che riunisce sia Paesi dell’Unione che extra Ue. Un appuntamento che vede la presenza dei leader di oltre 40 Paesi, compresi i vertici di Bruxelles: ci sono praticamente tutti, anche se a pesare sono alcune assenza come quella del neo rieletto presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Giorgia Meloni non vuole mancare nonostante in serata sia attesa al Quirinale per le celebrazioni della Festa della Repubblica. Alla fine la sua presenza dura più o meno due ore. Quanto basta, però, per ribadire il sostegno “a 360 gradi e finché sarà necessario” dell’Italia a Kiev, sia in pubblico che direttamente al presidente Volodomyr Zelensky, arrivato in presenza in quest’area a pochi passi dalla guerra che infiamma il suo Paese. Gli ucraini con la loro resistenza, sottolinea Meloni, “difendono anche la nostra sicurezza”. La presidente del Consiglio ribadisce poi il suo appoggio al percorso di adesione all’Unione europea, che lei preferisce chiamare “ricongiungimento”, di Paesi come Georgia, Balcani occidentali e, soprattutto, le stesse Moldavia e Ucraina che godono dello status di candidato dal 2022 e che vogliono fortemente sottrarsi alle minacce e all’influenza russa. Meloni mantiene una posizione più vaga, invece, sulla richiesta di Kiev di rientrare al più presto sotto l’ombrello della Nato. “Noi siamo sostenitori della politica delle porte aperte, ma questo sarà oggetto di un altro vertice che è quello di Vilnius”, la risposta.
Ufficialmente i temi in agenda per il vertice sono sicurezza, energia e interconnettività. Non c’è quello dell’immigrazione, molto caro al governo italiano. La presidente del Consiglio vi fa cenno durante il suo intervento nella sessione plenaria, quando spiega che per fronteggiare quella clandestina è necessario aiutare i Paesi africani che non devono essere vittime della “narrativa del ‘West and the rest’”. Ma di migranti, e in particolare della situazione in Tunisia, Meloni parla anche nel corso di un trilaterale con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier olandese, Mark Rutte. E’ proprio quest’ultimo, al suo arrivo al vertice, ad anticipare il colloquio che si svolgerà poco dopo. “È molto importante per i Paesi Bassi, perché parte dell’elevato afflusso di richiedenti asilo è dovuto al fatto che così tante persone provenienti dalla Tunisia effettuano una traversata terribilmente pericolosa”, spiega.