Migliaia di studenti radunati all’università nel ricordo di Giulia
Migliaia di studenti radunati all’università nel ricordo di GiuliaPadova, 20 nov. (askanews) – Migliaia di studenti si sono radunati nel cortile della Facoltà dell’Università di Padova che frequentava Giulia Cecchettin, per ricordare non solo lei ma tutte le vittime di femminicidio, già 106 in Italia solo nel 2023 “Come rappresentanti di Ingegneria abbiamo sentito la necessità di ritrovarci, di trovare un momento in cui stare insieme, tra studenti, in accordo con la famiglia e nel rispetto del loro dolore, per ricordare Giulia. Giulia non c’è più e questo non è un caso, 106 donne prima di lei solo nel 2023 in Italia sono state ammazzate. Per tutte queste donne non possiamo rimanere in silenzio e i minuti di commiato non ci bastano. Vogliamo una vita di rumore, vogliamo alzare la voce ogni volta che assistiamo a comportamenti sessisti e misogini, vogliamo che le istituzioni siano pronte a rispondere e a supportarci ogni volta che chiediamo aiuto. Vogliamo un giorno in cui non conosceremo già la fine della storia, fino ad allora continueremo a lottare anche per Giulia. L’impegno e la presenza del Direttore di Dipartimento, il Professor Meneghesso, è stata importante, ha pesato però l’assenza della Governance di Ateneo, che invitiamo nuovamente a impegnarsi nella realizzazione di percorsi di educazione all’affettività e al consenso obbligatori per tutta la comunità accademica.” dichiara Giada Aureli, Rappresentante degli Studenti a Ingegneria Biomedica con UDU “Dobbiamo riconoscere la matrice di questa morte, non possiamo definirla solo scomparsa, è importante chiamare le cose con il proprio nome. Quello di Giulia Cecchettin è un femminicidio, serve avere il coraggio di riconoscere che il sistema in cui siamo è intriso di una profonda e radicata cultura dello stupro. Il femminicidio e lo stupro ne sono all’apice, ma vengono retti da tutti quegli atteggiamenti quotidiani che ci hanno insegnato a “sopportare”. Ogni singola persona deve attivarsi per sradicare questo sistema, serve trovare il coraggio di fermare ogni atteggiamento sbagliato a cui assistiamo. Soprattutto però, deve arrivare l’impegno delle Istituzioni, dello Stato, della Scuola e delle Università: servono percorsi di educazione al consenso, all’affettività e alle relazioni, serve finanziare chi già ora si occupa di contrasto alla violenza di genere, come i Centri Antiviolenza che ogni anno si vedono tagliati fondi e supporto. Se vogliamo che Giulia sia davvero l’ultima, dobbiamo agire ora.” dichiara Emma Ruzzon, Presidente del Consiglio degli Studenti dell’Università di Padova