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Milano, Europa Verde: nuovi studentati troppo cari, rivedere regole

Milano, Europa Verde: nuovi studentati troppo cari, rivedere regoleMilano, 2 mag. (askanews) – “Crediamo sia giunto il momento di rivedere le regole relative alle modalità di convenzionamento, a Milano ferme dal 2010, per fare in modo che le agevolazioni e la qualifica di alloggio sociale siano riservate esclusivamente a chi mette la sostenibilità sociale degli interventi prima di quella economica e non il contrario”. Lo hanno scritto in una nota i consiglieri comunali milanesi di Europa Verde Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara a un anno dall’inizio della cosiddetta “protesta delle tende” davanti al Politecnico di Milano.



“Un anno fa Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico, piantava la prima tenda in piazza Leonardo da Vinci per protestare contro il costo eccessivo e la scarsa disponibilità degli alloggi per gli studenti fuorisede. Una delle richieste del ‘movimento delle tende’ è stata quella di investire e trovare spazi per aumentare il numero di posti disponibili in residenze studentesche. Ad oggi i maggiori investimenti a Milano nel campo della residenzialità studentesca vengono da grandi fondi privati, che attraverso il convenzionamento con il Comune possono costruire residence che si qualificano come una forma di housing sociale, accedendo a sconti sugli oneri di costruzione e deroghe ai limiti per le volumetrie” hanno ricordato. “Analizzando i testi di diverse convenzioni stipulate negli ultimi anni abbiamo rilevato che a fronte di queste agevolazioni, in media le tariffe che gli studenti si trovano a pagare arrivano oltre gli 800 euro al mese, molto superiori all’affitto di una stanza sul mercato privato (630 euro di media) e della soglia di 700 euro denunciata un anno fa da Lamera come inaccettabile. Questo a causa della presenza di servizi obbligatori (palestre, piscine, lavanderia) che si aggiungono al costo di affitto vero e proprio e alla necessità di garantire la sostenibilità economica dell’intervento” hanno evidenziato.


“Se a questo aggiungiamo l’assenza di qualsiasi riferimento a quote da riservare obbligatoriamente alle graduatorie per il diritto allo studio, la possibilità di riservare durante i mesi estivi i posti letto ad altre utenze, come i turisti, i limiti alla possibilità di far accedere persone esterne agli studentati e quindi all’autonomia di chi ci abita, ci troviamo a chiederci quale sia il reale valore sociale di questi interventi” hanno concluso i consiglieri ambientalisti.