Mutti: trimestre anti-inflazione non strada giusta, Gdo ha potere abnorme
Mutti: trimestre anti-inflazione non strada giusta, Gdo ha potere abnormeMilano, 21 ago. (askanews) – Per il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, la strada per riportare i prezzi del largo consumo in un alveo di sostenibilità passa per il taglio del cuneo fiscale, a cui già il governo sta lavorando, ma anche per una riduzione se non un azzeramento dell’Iva su questi prodotti. La strada imboccata dal governo, di un paniere di prodotti a prezzi calmierati per un trimestre, invece, non è quella giusta da percorrere, anche perchè la distribuzione “ha potere di vita e di morte sulle aziende”.
Mutti parla, in una intervista a IlSussidiario nel giorno del suo intervento al Meeting di Rimini, dopo la decisione della associazione che dirige, insieme a Unionfood, di non aderire all’iniziativa del governo del trimestre anti-inflazione. “Ci sono diverse manovre da attuare per incrementare la capacità di acquisto dei consumatori. Sicuramente la riduzione del cuneo fiscale, su cui sta lavorando il governo, permette di mettere più euro nelle tasche dei lavoratori – dice – Il secondo elemento può essere una riduzione o addirittura un azzeramento delle aliquote Iva su alcuni beni di largo consumo. Il Governo poi dovrebbe intervenire per rendere più efficienti le filiere. Come dicevo in precedenza, le aziende italiane sono piccole”. E c’è il tema del salario minimo: “Mi sembra corretto. Dobbiamo essere in grado di pagare il giusto prezzo per la manodopera. Ma con un nota bene: dobbiamo essere certi che tutti seguano le leggi. E questo è un compito dello Stato”.
La decisione di non aderire all’iniziativa lanciata dal ministero delle Imprese, appoggiata invece dalla grande distribuzione, è stata dirompente e ha messo in luce, ancora una volta, la spaccatura tra industria e distribuzione. Mutti torna sulle ragioni di questa scelta spiegando che “non è possibile per un’associazione svolgere attività sui prezzi. Il nostro legislatore prevede che il mercato sia libero di muoversi senza alcuna interferenza. Aggiungo, inoltre, che fra le aziende dei beni di largo consumo non esiste un monopolio. Nessuna azienda italiana, per le sue dimensioni, può condizionare il mercato. Cosa che non è altrettanto vera per quanto riguarda la distribuzione. Che esercita il cosiddetto ‘buying power’” Questo potere delle grandi catene nella negoziazione con i propri fornitori secondo Mutti “rischia di fornire ulteriore potere alla distribuzione. Che ha catene, non dimentichiamocelo, con quote di mercato non dell’1% ma del 10% e oltre, con miliardi di euro di fatturato. E un potere di vita o di morte rilevante nei confronti delle aziende. Un potere enorme e abnorme. Quindi non è con quella strada che noi andiamo a migliorare la situazione”.