Nappini (Slow Food): acqua è di chi ha sete, terra è di chi ha fame
Nappini (Slow Food): acqua è di chi ha sete, terra è di chi ha fameMilano, 19 apr. (askanews) – “L’acqua è di chi ha sete, la terra è di chi ha fame: per noi la rigenerazione dei sistemi costieri parte da qui. Una rigenerazione diffusa che deve essere del pensiero prima di ogni altra cosa”. Lo ha detto la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, chiudendo a Genova la presentazione di “Slow Fish”, undicesima edizione della manifestazione organizzata da Slow Food e Regione Liguria, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Genova, che si terrà al Porto Antico di Genova dall’1 al 4 giugno. Il tema di quest’anno è “Coast to Coast”, dunque le coste e la rigenerazione delle città che si affacciano sul mare, a partire da Taranto, per anni prigioniera dell’industra e che adesso sta cercando un riscatto proprio nel rapporto con il mare.
Nappini ha sottolineato alcuni dei valori che stanno connotando il percorso di Slow Food Italia da un punto di vista politico e gastronomico: “la difesa della grande ricchezza in termini di biodiversità, laddove la terra incontra il mare, l’unica che salverà l’umanità di fronte alle crisi ambientali e climatiche; i sistemi alimentari che per noi di Slow Food sono collegati ai diritti umani; acqua e mare che per noi sono beni comuni, risorse inalienabili da tutelare, risorse che devono essere di libertà più che di profitto; la bellezza, più etica che estetica, che rappresenta un orizzonte possibile per un percorso collettivo che insieme alla biodiversità ci può portare a un futuro migliore a partire dal cibo”. A Slow Fish si parlerà anche della crisi che la piccola pesca sta vivendo a tutte le latitudini e lungo tutte le coste, con sfide che vanno dal ricambio generazionale, alla riduzione dei margini di guadagno fino alla crisi climatica. “Quella della piccola pesca è una cultura – hanno ricordato oggi i promotori della manifestazione – un sapere che rischia di scomparire nel giro di alcune generazioni e noi di Slow Food siamo convinti che senza i pescatori le nostre coste avranno perso anima e bellezza”.