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Negri (Asi): nuova sfida, nutrire gli astronauti sulla Luna e oltre

Negri (Asi): nuova sfida, nutrire gli astronauti sulla Luna e oltreRoma, 21 mar. (askanews) – “Se proiettiamo il futuro dell’esplorazione spaziale verso la Luna e Marte non potremo fare quello che facciamo sulla Stazione spaziale internazionale, che dista 400 km e che quindi possiamo rifornire abbastanza facilmente in continuità. Quando saremo a 380mila km dalla Terra, in una base lunare permanente, la sostenibilità dell’avamposto umano sarà fondamentale, ci sarà il problema di nutrire gli astronauti o chi in futuro magari lavorerà nella base spaziale. Quindi il problema principale è trovare il modo di coltivare in loco e di portare dalla Terra cibi che abbiano una lunga durata, e questo pone anche un problema di packaging resistente alle radiazioni, dal momento che l’ambiente lunare è davvero ostile per l’uomo e non solo. Questo simposio è stato organizzato proprio nell’ottica di guardare oltre, alle future esplorazioni umane dello spazio”. Così Barbara Negri, responsabile Volo umano e sperimentazione scientifica dell’Agenzia spaziale italiana, ad askanews a margine del convegno “A tavola nello spazio: produzione, conservazione e preparazione di cibo” in corso a Roma nella sede dell’Agenzia. Il simposio offre l’occasione a ricercatori e aziende di presentare progetti in corso e idee da sviluppare nel campo delle scienze e tecnologie alimentari per applicazioni spaziali.



“Il cibo poi – aggiunge Barbara Negri – non è solo nutrimento ma gioca un ruolo importante nella memoria dell’uomo e nel suo benessere emotivo e psicologico. Le parole chiave dunque sono sostenibilità e supporto piscologico agli astronauti per far fronte all’isolamento, al confinamento e al distacco dalla Terra che sarà veramente forte”. Come spesso accade, la ricerca in ambito spaziale porta benefici anche alla nostra vita sulla Terra che oggi si trova ad affrontare forti stress dovuti al cambiamento climatico. “Abbiamo un problema di deterioramento del nostro pianeta dovuto ai cambiamenti climatici, – prosegue Negri – ci saranno sempre più inondazioni e desertificazioni, che renderanno impossibile la coltivazione in alcune aree. Quindi dobbiamo trovare modalità alternative per garantire il cibo e rendere nuovamente fruibili terreni che per i cambiamenti climatici non lo sono più”.


Mettere a punto sistemi per produrre cibo nello spazio può offrire dunque soluzioni applicabili in futuro anche sul nostro pianeta, risparmiando acqua ed energia, risorse che non possiamo permetterci di sprecare. La ricerca italiana in questo campo, come dimostrato anche dai molti progetti presentati durante l’evento, è molto attiva e offre risultati incoraggianti. “L’Asi, come agenzia nazionale che si occupa di spazio si pone come aggregatore, – aggiunge – ed è impegnata da tempo a preparare un percorso, una strategia in vista della possibilità di portare l’umanità oltre la Stazione spaziale internazionale, lavorando sulla ricerca e lo sviluppo e permettendo la sperimentazione nello spazio”. “In Asi abbiamo iniziato a occuparci di food spaziale 15-20 anni fa. Il rifornimento di cibo sulla Iss così come l’eliminazione delle scorie è fattibile da tempo, così come le sperimentazioni. Ora – conclude Barbara Negri – la sfida si è spostata oltre, con l’esplorazione umana che ha come obiettivo la Luna come tappa intermedia e Marte, o anche oltre, come tappa finale”.