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Neo-leader giapponese Ishiba propone una quasi “NATO asiatica”

| Redazione StudioNews |

Neo-leader giapponese Ishiba propone una quasi “NATO asiatica”Roma, 27 set. (askanews) – Shigeru Ishiba, che da martedì dovrebbe diventare il prossimo premier del Giappone, ha proposto oggi, nella prima conferenza stampa dopo la sua elezione a leader del Partito liberaldemocratico, l’istituzione di un quadro di sicurezza collettiva per l’Asia sul modello della NATO.



“Alla luce del relativo declino del potere degli Stati uniti, è essenziale stabilire meccanismi di sicurezza collettiva nella nostra regione”, ha affermato Ishiba, che è un ex ministro della Difesa e ha da sempre manifestato una certa predilezione per i temi di sicurezza e difesa. “Ci sono vari trattati, come gli accordi di sicurezza tra Giappone-Usa e Usa-Corea del Sud, e altri trattati che riguardano una serie di alleanze. Credo che sia fondamentale considerare come integrarli in modo armonioso”, ha continuato il nuovo capo del partito di maggioranza.


“Questo potrebbe essere visto come un’estensione dell’idea del Quad” ha detto ancora Ishiba, facendo riferimento all’accordo di sicurezza con Stati uniti, Australia e India. Ma Ishiba è andato oltre, che questo accordo dovrebbe includere degli automatismi per la sicurezza collettiva, come se fosse “un esempio asiatico della NATO”. Il riferimento è all’Articolo 5 del Trattato atlantico, che vincola all’assistenza reciproca i paesi membri in caso di attacco contro uno di loro. La proposta è destinata a provocare un’alzata di scudi della Cina, che più volte ha affermato di ritenere la creazione di una NATO asiatica come una minaccia esistenziale. A giugno, durante lo Shangri-La Dialogue a Singapore un alto ufficiale militare cinese, il vice-capo di stato maggiore presso la Commissione militare centrale tenente generale Jing Jianfeng, ha accusato gli Stati uniti di tentare di introdurre gradualmente un’alleanza di sicurezza simile alla NATO in Asia, rafforzando i legami storici tra Giappone e Corea del Sud e trasformandoli in un’alleanza “istituzionale”.


Questo scenario, tuttavia, è aleatorio finché non si conoscerà l’esito delle elezioni presidenziali americane di questo autunno e non si saprà se alla Casa bianca s’insedierà Kamala Harris o Donald Trump.