Newlat: fatturato 2023 a 793,3 mln, utile più che raddoppiato a 15,5 mln
Newlat: fatturato 2023 a 793,3 mln, utile più che raddoppiato a 15,5 mlnMilano, 19 mar. (askanews) – Newlat Food, gruppo alimentare multibrand con Polenghi, Delverde e Giglio, tra gli altri, ha chiuso il 2023 con ricavi consolidati pari a 793,3 milioni di euro, in aumento del 7% rispetto al 2022. L’utile netto è più che raddoppiato rispetto a un anno prima, portandosi a 15,5 milioni (+135,2%). Sul fronte dei margini, l’Ebitda è salito del 20,8% a 68,1 milioni, dai 56,4 del 2022. Ebitda margin pariè all’8,6%. In miglioramento anche il risultato operativo pari 31,3 milioni, +55,5% rispetto al dato dell’esercizio precedente. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2023 era pari a -29,5 milioni, rispetto ai -63,1 milioni del 2022.
“In un contesto di mercato molto volatile e caratterizzato nell’ultimo trimestre dell’anno da un’intensa attività promozionale, Newlat ha chiuso il 2023 con una notevole crescita del fatturato e con un forte miglioramento della marginalità, superiore alla media di settore – ha commentato il presidente Angelo Mastrolia – Grazie alla grande flessibilità finanziaria e all’ottima generazione di cassa, abbiamo iniziato, nel corso del quarto trimestre 2023, una serie di investimenti che ammontano a 25,2 milioni, tra cui il nuovo forno, il quale rafforzerà in maniera significativa l’offerta dei prodotti sia speciali che tradizionali, ampliando la gamma in maniera significativa. Questi investimenti permetteranno alla nostra struttura industriale di affrontare nuove sfide di sviluppo commerciale con ancora maggiore efficienza”. Analizzando i ricavi per unità di business, si osserva una sostanziale stabilità della pasta (+1%) per un effetto combinato di incremento volumi e riduzione del prezzo medio di vendita. I ricavi del settore milk sono aumentati del 7% per un effetto combinato di prezzo (65%) e volumi di vendita (35%) mentre quelli del settore instant noodles & baking mixes sono saliti principalmente per l’acquisizione di EM Foods. Il +13% del settore bakery si spiega con l’avvio di nuovi contratti nell’ambito B2B e private label e grazie ad un prezzo medio di vendita più elevato rispetto al precedente esercizio. Crescita del 14% per il dairy spinto dalle vendute nel corso del 2023, in particolare del mascarpone.
Quest’ultimo insieme ai settori milk e bakery ha trainato il mercato italiano compensando il contributo negativo del settore special products che in generale sono calati del 20% a seguito del calo dei prezzi e dei volumi a più bassa marginalità, oltre che per alcuni investimenti impiantistici che hanno rallentato la produzione. Fuori dall’Italia, che rappresenta la metà del fatturato complessivo con una crescita del 3%, record di volumi di pasta venduta (44.720 tonnellate) in Germania dove i ricavi sono cresciuti del 6%. Nel Regno Unito, primo mercato dopo l’Italia (19,1%), crescita del 9% grazie a instant noodles e pasta.
Alla luce dell’attuale incertezza “non il risulta agevole formulare previsioni sull’andamento del prossimo esercizio, che appare comunque molto positivo” si legge nella nota. “I conflitti in corso e le tensioni sul canale di Suez causano molta incertezza sull’andamento dell’economia mondiale. Tali eventi hanno condizionato e condizionano costantemente le scelte e le politiche commerciali del Gruppo che si trova di fronte ad un contesto altamente dinamico nel quale è difficile prevedere in quale misura i suddetti eventi possano avere ripercussioni significative sulle prospettive per il 2024, ma gli amministratori ritengono di escludere ragionevolmente impatti negativi significativi”. Nei primi due mesi dell’anno, tutte le linee di business hanno registrato un sostanziale aumento del fatturato (+7%). Il fatturato da inizio anno a oggi è arrivato a 135,7 milioni dai 126,7 milioni del 2023. “Il 2024 – ha commentato il presidente- conferma la grande capacità del gruppo di offrire ai propri clienti un portafoglio prodotti capace di generare ulteriore crescita nonostante un rallentamento della domanda e una riduzione dei prezzi in linea con il calo dell’inflazione”.