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Nobel per la letteratura alla scrittrice sudcoreana Han Kang

Nobel per la letteratura alla scrittrice sudcoreana Han KangRoma, 10 ott. (askanews) – Il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato oggi ad Han Kang per “la sua intensa prosa poetica, che affronta traumi storici e la fragilità della vita umana”. Si tratta di una prima volta per un rappresentante del mondo letterario sudcoreano.



Han Kang è nata il 27 novembre 1970 e in precedenza aveva vinto il Booker International Prize per il suo best seller “La vegetariana”, il romanzo che l’ha fatta conoscere anche fuori dalla Corea del Sud è “La vegetariana” del 2007, “un’opera potente e poetica che esplora le conseguenze violente del rifiuto della protagonista di mangiare carne”, ha spiegato Anders Olsson, presiente del Comitato Nobel per la letteratura. “L’empatia fisica di Han Kang per le vite vulnerabili, spesso femminili, è palpabile e rinforzata dalla sua prosa ricca di metafore”, ha continuato Olsson. Figlia di Han Seung-won, un importante scrittore sudcoreano, ha pubblicato le sue prime composizioni poetiche nel 1993.La sua letteratura affronta temi come la violenza, l’identità, la perdita.


Nel romanzo “L’ora di greco” del 2011, si sviluppa un amore tenero tra una donna che ha perso la capacità di parlare e un insegnante di greco antico che sta progressivamente perdendo la vista. “Il libro diventa una meditazione delicata sulla perdita, l’intimità e le condizioni fondamentali del linguaggio”, ha detto ancora Olsson. “Atti umani” del 2014 è un romanzo che verte un evento storico avvenuto nella città di Gwangju, dove è cresciuta, e in cui centinaia di studenti e civili disarmati furono massacrati nel 1980 dai militari. In questa rappresentazione brutale, Han Kang si avvicina al genere della letteratura testimoniale.


In “The White Book” del 2016, lo stile poetico di Han Kang domina ancora una volta. Il libro è un’elegia dedicata a una persona che avrebbe potuto essere la sua sorella maggiore, ma che morì poche ore dopo la nascita. Il romanzo si conclude con un’ultima riflessione rivolta ai morti: “All’interno di quel bianco, di tutte quelle cose bianche, respirerò l’ultimo respiro che hai rilasciato”. Con “We Do Not Part”, nel 2021, Han Kang è tornata su un tema storico-politico. Il libro s’incentra su un massacro avvenuto alla fine degli anni ’40 sull’isola di Jeju, in Corea del Sud, dove decine di migliaia di persone furono fucilate.


Han Kang “ha una singolare consapevolezza delle connessioni tra corpo e anima, tra i viti e morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice nella prosa contemporanea”, ha detto ancora Olsson. Le sue opere sono pubblicate in diverse lingue europee. In Italia alcuni dei suoi romanzi sono apparsi per Adelphi.