Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Non solo Santiago o Francigena, ora c’è “The Way to Jerusalem”

Non solo Santiago o Francigena, ora c’è “The Way to Jerusalem”Gerusalemme, 27 dic. (askanews) – Ci sono gesti che possono cambiare il mondo, il proprio e quello degli altri. Sliding doors, momenti che passano una volta e che bisogna saper cogliere. Treni in corsa che rallentano solo una determinata stazione, e serve sapere quale per salirci. Accade, e accade a volte con “chiamate” precise. A cambiare, a rimettersi in gioco, a lavorare affinchè anche gli altri possano saper scegliere. E così è accaduto a Golan Rice. Israeliano, che racconta dalla chiesa di San Giovanni Battista ad Ain Karem la sua personale sfida, quella di costruire in Terra Santa un nuovo cammino, come fu per Santiago de Compostela o per la Via Francigena. Golan era nei servizi segreti, e racconta che di chiamate ne ha avute addirittura tre: “determinante la prima, quando un uccellino si è posato sulla finestra del mio ufficio. Da lì è partito tutto, le dimissioni dal servizio, la ricerca di una via, il percorrere il cammino di Santiago senza saperne nulla o poco. Da ebreo. Per comprenderne l’essenza e le motivazioni. Ne è nato un libro. Poi l’idea, insieme ad una mia amica”. E’ Yael Tarasiuk, tanti anni di lavoro nel trasporto aereo ma anche specializzata specializzata in ambiti come il dialogo interculturale e l’inclusione sociale: “Ci siamo chiesti: dato che esistono percorsi come il Cammino di Santiago o la Via Francigena, perché non crearne uno dedicato a Gerusalemme? Questa città è stata e continua ad essere un luogo di pellegrinaggio per persone di diverse religioni “, spiega proprio Yael Tarasiuk.



Ed ecco passare dall’idea al progetto. The Way to Jerusalem (www.thewaytojerusalem.org), un itinerario di circa 450 chilometri pensato per riscoprire le antiche vie di pellegrinaggio, offrendo un viaggio unico tra spiritualità, dialogo interculturale e scoperta personale. Il tratto percorribile attualmente è l’ultimo, chiamato “La Via del Silenzio “, che sviluppandosi lungo un emozionante tracciato di 111 chilometri porta da Giaffa a Gerusalemme. Lo raccontano i due protagonisti proprio nel giardino adiacente alla chiesa del Battista ad Ain Karem. Dopo un accurato studio insieme a esperti archeologi, Rice e Tarasiuk hanno individuato un percorso che ripercorre le antiche vie verso Gerusalemme: punto di partenza è la Galilea e, seguendo un itinerario di circa 450 chilometri suddiviso in quattro tratti , arriva alla Città santa. Tutto pensato come un’opportunità straordinaria di scambio e incontro: intorno all’iniziativa è nata un’associazione omonima che propone il pellegrinaggio non solo come un’esperienza spirituale, ma anche come un’occasione per immergersi nella storia della Terra Santa d’Israele e nelle sue comunità locali . Attraverso l’incontro e lo scambio con culture diverse, The Way to Jerusalem rappresenta un ponte tra passato e presente, favorendo il dialogo e l’unità tra le persone. Percorrerla rappresenta, infatti, un’esperienza unica che unisce spiritualità, incontro umano e riscoperta di sé: Yael e Golan hanno così creato una rete di accoglienza che coinvolge le comunità locali, incoraggiandole a partecipare attivamente al progetto.


“Abbiamo visitato le comunità che vivono lungo il percorso raccontando loro il nostro sogno. Abbiamo detto che i pellegrini passeranno, chiedendo forse un bicchiere d’acqua o una parola di conforto. Perché ciò che un pellegrino cerca, più di ogni altra cosa, è che il suo viaggio venga riconosciuto”, conclude Yael Tarasiuk. Partendo dall’antico porto di Giaffa, la “Via del Silenzio” attraversa la città costiera ei crinali che circondano Gerusalemme, seguendo le orme di antichi pellegrini e percorsi utilizzati nei secoli da ebrei, cristiani e musulmani. Per apprezzarlo pienamente l’associazione “The Way to Jerusalem” suggerisce di suddividerlo in sei tappe : dal Porto vecchio di Giaffa a Be’er Ya’akov (22 km), per scoprire questa area urbana; da Be’er Ya’akov a Kfar Shmuel (21 km), incantevole passaggio dalla zona urbana alle aree naturali e agricole; da Kfar Shmuel a Latrun (20 km), piacevole tratto di raccordo tra la pianura ei monti; da Latrun ad Abu Gosh (23 km), arrampicata nella natura sulle prime due creste che circondano Gerusalemme; da Abu Gosh a Ein Karem (17 km), passeggiata naturalistica e discesa in una zona di grande rilevanza biblica come la valle di Sorek; da Ein Karem alla Porta di Giaffa (8 km), salita panoramica sulla terza cresta e suggestivo arrivo a Gerusalemme.


“Questo percorso non è solo una sfida fisica, ma anche un viaggio interiore. Il silenzio diventa un compagno prezioso, permettendo al pellegrino di riflettere, di riscoprirsi e di interrogarsi su ciò che cerca mentre si avvicina a Gerusalemme”, prosegue Yael Tarasiuk. Oltre che un percorso devozionale, La Via del Silenzio è un invito per i viaggiatori a vivere un’esperienza profonda di introspezione e spiritualità, ricalcando strade che risalgono all’epoca romana, quando una via pavimentata collegava Giaffa alla Città santa. Lungo il percorso, i pellegrini possono trovare accoglienza presso strutture locali, come parrocchie, conventi e case private. Grazie alla partecipazione delle comunità locali, molti abitanti le loro porte, offrendo ospitalità e momenti di condivisione autentici. Anche la Custodia di Terra Santa sostiene attivamente l’iniziativa, mettendo a disposizione alcune delle sue strutture, come la parrocchia francescana di Ramleh e il centro di accoglienza Casa Nova ad Ain Karem . Questi luoghi rappresentano non solo punti di ristoro, ma anche preziosi momenti di incontro con la cultura e le tradizioni locali.


Attraverso il cammino, il silenzio e l’incontro con gli altri, il pellegrino torna cambiato. Il Cammino di Gerusalemme non è solo un viaggio verso una meta fisica, ma un percorso verso una trasformazione interiore, un’opportunità per riscoprire la fede, la speranza e il valore dell’umanità.