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Ocse raddoppia la stima di crescita 2023 sull’Italia, ma ritardi Pnrr

| Redazione StudioNews |

Ocse raddoppia la stima di crescita 2023 sull’Italia, ma ritardi PnrrRoma, 7 giu. (askanews) – L’Ocse ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica globali e dell’Italia, in particolare per quest’anno. Sulla Penisola, ora la stima sul Pil 2023 è del più 1,2%, praticamente raddoppiata rispetto a quanto indicava lo scorso 17 marzo. Sul 2024 è invece confermata l’attesa di un più 1%. Per l’inflazione, dopo l’8,7% dello scorso anno, l’Ocse prevede una moderazione al 6,4% sulla media del 2023, sempre in Italia, e un ulteriore rallentamento al 3% nel 2024.

Secondo l’ente parigino, il tasso di disoccupazione resterà invariato all’8,1% sia quest’anno che il prossimo. Un livello contenuto in base ai precedenti storici, mentre “i posti liberi sono elevati e l’occupazione continua a crescere vigorosamente nonostante un calo della popolazione in età lavorativa”, recita il capitolo sull’Italia dell’Economic Outlook. Passando al quadro generale, la crescita globale ora è prevista al 2,7% quest’anno, mentre lo scorso marzo l’Ocse prevedeva un più 2,6%. Il quadro di insieme quindi è leggermente migliorato, ma secondo il rapporto resta “fragile” e caratterizzato dal persistere di diversi rischi e incognite, a cominciare dalla guerra in Ucraina. La stima sul 2024 è stata confermata al più 2,9%. Per l’area euro ora l’ente parigino prevede un più 0,9% del Pil quest’anno e più 1,5% il prossimo. Per gli Usa +1,6% quest’anno e +1% il prossimo. Per la Cina +5,4% quest’anno e +5,1% il prossimo.

Il Pil aggregato dell’area Ocse dovrebbe crescere dell’1,4% sia sul 2023 che sul 2024. Da segnalare, poi, che l’organizzaizone ha ulteriormente ridimensionato la previsione di calo del Pil della Russia di quest’anno, ora stima un meno 1,5%, ossia un intero punto percentuale meno grave rispetto alla previsione che era stata già ritoccata al ribasso lo scorso 17 marzo. Per il 2024 l’ente parigino ha limato la previsione di calo del Pil russo al meno 0,4%. Tornando sull’Italia, l’organizzazione, che ha sede a Parigi, rileva diffusi ritardi sulle spese dei piani del Pnrr e chiede al governo di sostituire “i progetti irrealizzabili” con altri. Guardando alla spesa cumulata a fine 2022 del Pnrr “circa il 50% è al di sotto dei piani iniziali”, prevalentemente a riflesso di “ritardi sull’attuazione degli investimenti dei progetti di investimento pubblico. La priorità – si legge – dovrebbe essere di rimpiazzare rapidamente i progetti irrealizzabili con piani realizzabili e rafforzare la capacità della Pubblica amministrazione di gestire efficientemente e attuare i progetti di spesa pubblica previsti dal Pnrr”.

Passando ai conti pubblici, quest’anno il rapporto tra deficit di bilancio e Pil dell’Italia risulterà praticamente dimezzato al 4,1%, fronte dell’8% dello scorso anno, mentre nel 2024 l’incidenza del deficit dovrebbe ulteriormente attenuarsi al 3,2%, appena sopra la soglia Maastricht. Sempre secondo l’Ocse, il debito pubblico sul Pil è previsto calare quest’anno al 140,7%, a fronte del 144,3% del 2022, e limarsi ulteriormente al 139,4% nel 2024. Mentre iniziano a farsi sentire gli effetti della stretta monetaria e le misure di aiuto a imprese e famiglie contro il caro energia vengono progressivamente rimosse, il quadro della politica economica in Italia “sta diventando restrittivo”. E questa linea “leggermente restrittiva appare ampiamente appropriata – prosegue l’Economic Outlook -: sarà necessario proseguire il consolidamento nei prossimi anni per mettere il debito-Pil su una traiettoria più sostenibile”.

Infine, l’Ocse ha ulteriormente rivisto al ribasso le previsioni di inflazione nell’area euro di quest’anno al 5,8%, ma ha ritoccato al rialzo al 3,2% la stima sul 2024. Quanto alla stretta monetaria che la Bce ha avviato per cercare di farla rientrare, l’ente prevede che aumenti complessivamente i suoi tassi di interesse di altri 50 punti base, portando il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento al 4,25% e che mantenga questo livello per tutto il 2024. Ed “è probabile che sia necessario un periodo di crescita al di sotto della media per aiutare ad abbassare le pressioni sui prezzi”.