##Oggi primo giorno di (maledetta) primavera sul fronte ucraino
##Oggi primo giorno di (maledetta) primavera sul fronte ucrainoMilano, 1 mar. (askanews) – Per i russi e per gli ucraini – che si affidano alle stagioni meteorologiche e non astronomiche – oggi è il primo giorno di primavera. Un inizio però non necessariamente sinonimo di luce, fiori e ruscelli, ma piuttosto di disgelo che si traduce nelle analisi belliche nella “stagione del fango”. Noto è infatti che il disgelo primaverile può complicare gli attacchi e gli spostamenti. Oltre al fatto che l’arrivo di un clima più mite dimostra il fallimento di quella che voleva essere una missione di congelamento da parte russa questo inverno e ha già messo in luce errori strategici, con le immagini di carri armati russi e altri veicoli bloccati nel fango circolate un anno fa, poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022.
Il disgelo è un problema noto in Europa orientale: compare anche in un passaggio di un diario dello scrittore Lev Tolstoj che racconta di essere “dovuto andare in treno” da un amico perchè le strade erano piene di fango. La temperatura, la guerra e il terreno si fondono storicamente in una sola parola russa “rasputitsa”, che ha al suo interno la radice della parola “strada” e un prefisso che indica in questo caso l’impraticabilità. Insomma il momento in cui le strade diventano una specie di palude a causa delle piogge autunnali o dello scioglimento primaverile della neve. E forse non è un caso: in russo le parole “disgelo” e “sgualdrina” sono paronimi, simili nell’ortografia, ma con significati diversi.
Il disgelo in genere “ha salvato” la Russia dalle invasioni. A partire dall’invasione mongola della Rus’, con l’esercito tataro-mongolo che non raggiunse Novgorod nel 1238. Passando per il 1812 quando la fanghiglia fu un grosso ostacolo per le truppe napoleoniche durante la guerra patriottica. Sino alla Seconda guerra mondiale, quando il fango contribuì a ritardare l’avanzata tedesca su Mosca e i nazisti persero equipaggiamento e mobilità delle truppe.
Esiste un equivalente in lingua ucraina: bezdorizhzhia. Il significato è lo stesso e in genere anche in questo caso sottende un vantaggio difensivo in tempo di guerra. Non è un caso che già proprio un anno fa, il terreno dell’Ucraina si è rivelato un problema per le armate russe, frenandone notevolmente l’avanzata. Insomma, per chi invade, in genere è una maledetta primavera.
(di Cristina Giuliano)