Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Opera Cardinal Ferrari, a Pasqua l’accoglienza si fa festa

Opera Cardinal Ferrari, a Pasqua l’accoglienza si fa festaRoma, 16 apr. (askanews) – Anche quest’anno, il giorno di Pasqua si trasforma in un momento di condivisione, solidarietà e calore umano per le persone accolte da Opera Cardinal Ferrari. In occasione del Grande Pranzo di Pasqua, l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, porterà il suo saluto e la sua vicinanza alle oltre 200 persone che vivono quotidianamente una condizione di fragilità e solitudine, testimoniando con la sua tradizionale presenza presso la onlus milanese il valore di una comunità che si fa prossimità.



Ad accogliere gli ospiti nel centro diurno di via Boeri, come ogni anno, i volontari dell’Opera, che anche in un giorno festivo si metteranno a disposizione con generosità e spirito di servizio. Un pranzo servito con cura e attenzione, reso possibile grazie al sostegno di Lidl Italia, da anni al fianco di Opera Cardinal Ferrari. Il menù prevede una proposta completa e genuina: antipasto con affettati, uova sode, formaggi e insalata russa, ravioli di magro con crema di ricotta e peperoni, fettine di vitello con funghi e patate al forno, per concludere con colomba al cioccolato e caffè. “La Pasqua centro e cuore di tutto l’anno liturgico, ci ricorda la possibilità di rinascita e di un nuovo inizio soprattutto per chi vive l’esperienza dell’emarginazione e della solitudine estrema, grandi mali della società contemporanea che affliggono i più fragili, gli invisibili ai quali si deve e si può rispondere con il gesto dell’accoglienza. Il tradizionale pranzo di Pasqua quindi è uno dei gesti più concreti di accoglienza, perché un pasto caldo accompagnato da momenti di socializzazione, può davvero aiutare a ritrovare dignità e speranza ma anche la possibilità, per i credenti, di avere la consolazione dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Riconciliazione. La presenza dell’Arcivescovo Delpini è un segno forte di attenzione verso chi è più fragile, ma anche verso tutti i volontari che ogni giorno, con cuore e costanza, fanno dell’accoglienza una missione”, commenta Luciano Gualzetti, Presidente di Opera Cardinal Ferrari.


I recenti numeri di Opera Cardinal Ferrari registrano una crescita rispetto all’anno precedente, segnale di un bisogno sociale sempre più ampio e pressante: · 67.487 ingressi al centro diurno, con 9.997 persone in più rispetto al 2023; · 65.275 ingressi in mensa; · 38.250 ingressi a colazione; · 11.557 docce servite. A questi si aggiungono i 443 nuovi accessi da inizio anno, di cui 331 uomini e 112 donne, in prevalenza nella fascia d’età compresa tra i 51 e i 66 anni (302 persone), seguiti dagli over 67 (98 persone). Un dato che fotografa un’Italia che invecchia nella solitudine e spesso, nell’invisibilità.


E anche quest’anno, Opera Cardinal Ferrari ha scelto di celebrare la Pasqua con chi ha meno, ma vale di più. Le persone accolte considerano Opera non solo un centro diurno ma la propria casa, dove ogni giorno sono accudite materialmente e spiritualmente da professionisti, educatori e assistenti sociali. Come testimonia Carmelo Petralia, educatore professionale dal 1990 e in Opera Cardinal Ferrari dal 2003: «Ho trascorso gran parte della mia vita professionale qui in Opera Cardinal Ferrari e conosco i volti dei nostri 300 Carissimi e le loro storie, ma ancora oggi faccio molta fatica a elaborare la bolla dell’emarginazione in cui si trovano le persone senza dimora ed in generale i fragili emarginati: alla professionalità si deve sempre aggiungere un tocco di umanità per entrare realmente in contatto con loro.» racconta Petralia, che vigila attentamente con la sua equipe per dare la migliore assistenza: dai servizi primari (pranzi, colazioni, docce, indumenti, barbiere) ai servizi di segretariato sociale, all’assistenza sanitaria.


A tavola anche Marco, l’uomo che osserva l’eleganza del mondo da un sacco a pelo. Marco, classe 1969, abruzzese, oggi dorme in un sacco a pelo, sotto il cielo di piazza San Babila a Milano. La città scorre veloce davanti a lui. Da poco ha iniziato a frequentare Opera Cardinal Ferrari, dove dice di sentirsi accolto e rispettato, dove trova quel calore umano che troppo spesso è mancato nella sua vita. Da parecchi anni in strada con molte fragilità ha provato a reinventarsi, a fare l’aiuto pasticcere, ma il ritmo frenetico di quel mondo gli pesava troppo. Così ha lasciato ed è attualmente è ancora in strada, con l’equipe socio educativa sta cercando di avviare le progettualità più adatte al suo essere. Ama il mare, i laghi, le barche. Nonostante le difficoltà, conserva uno spirito osservatore, quasi poetico, e una fede che, pur non praticata, lo accompagna. È curioso, partecipe, e ha deciso di unirsi al progetto LIBERORTO, l’orto solidale di Opera Cardinal Ferrari, un progetto di giardinaggio urbano che va ben oltre la coltivazione della terra. È un orto, sì, ma anche un luogo di incontro, riscatto e cura, dove persone senza dimora o in difficoltà economica possono riscoprire la bellezza dei gesti semplici, la forza della natura e la dignità del lavoro condiviso.