Ortofrutta, in E.-R. in un anno crollo delle superfici coltivate
Ortofrutta, in E.-R. in un anno crollo delle superfici coltivateRoma, 18 lug. (askanews) – Allarme per la frutticoltura in Emilia Romagna, che continua a perdere superfici coltivate: in poco meno di vent’anni è scesa da 66.000 a 44.000 ettari in Emilia-Romagna. Solo nell’ultimo anno le pesche hanno subito una contrazione del 6,5%, le nettarine del 3,6%, le albicocche del 3,3% e le pere addirittura del 7,8%. I dati emergono dal Rapporto Agroalimentare 2022 di Regione e Unioncamere e, alla luce della gravità della situazione, Confagricoltura Emilia Romagna dà il via alla mobilitazione degli associati: “chiediamo segnali concreti, l’incremento dei costi di produzione è ormai insostenibile”, spiega l’associazione in una nota.
Il presidente regionale dell’organizzazione agricola, Marcello Bonvicini, punta l’indici su “siccità e caldo torrido, gelo e grandine, alluvioni e dissesti: auspichiamo un piano di ripresa e rilancio della frutticoltura. Servono risorse per reimpiantare dove alluvioni e maltempo hanno spazzato via gli impianti frutticoli e dove le coltivazioni non sono più rispondenti alle esigenze del mercato, bisogna accelerare sulla ricerca di nuove varietà resilienti”, dice. Fondamentale risolvere anche il nodo delle assicurazioni: “occorre rendere meno costose le polizze assicurative, agendo sui valori dei parametri oggi definiti dal Piano nazionale per la gestione del rischio. Programmare un progetto di riconversione varietale, dando un contributo agli agricoltori che espiantano, per favorire l’introduzione di varietà più resistenti al climate change. E ancora, la moratoria sui mutui e strumenti di sostegno creditizio che garantiscano alle aziende la liquidità necessaria”.
Nell’ambito della difesa attiva, secondo Confagricoltura Emilia Romagna, è necessario incentivare la realizzazione di impianti anti-gelo e anti-grandine, sostenere gli investimenti in tecniche innovative per migliorare le fasi di conservazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti. Da ultimo, ma ugualmente prioritario, è applicare alle aziende agricole le aliquote contributive previste per le zone svantaggiate.