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Parità di genere nella filiera alimentare: partnership Barilla Lead network

Parità di genere nella filiera alimentare: partnership Barilla Lead networkMilano, 7 mar. (askanews) – Promuovere l’effettiva parità di genere è anche una questione di filiera. E quando un’azienda si qualifica come leader di mercato ha la responsabilità di guardare oltre i propri confini aziendali per favorire quel cambiamento nel tessuto economico di cui fa parte. Il gruppo Barilla con la partnership strategica siglata con Lead network (Leading executives advancing diversity), ha deciso di portare avanti questo obiettivo, annunciato in vista della Giornata internazionale dei diritti delle donne. Attraverso la collaborazione con la Ong, che sostiene l’avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa, il gruppo di Parma, infatti, promuoverà politiche inclusive nelle varie filiere di approvvigionamento, realizzando attività di formazione, mentoring, progetti condivisi e attivazione di capitoli locali.



“Ci è venuto naturale unire le forze con Lead network, organizzazione di punta nella promozione della diversità, che, come noi, considera la parità di genere un pilastro strategico – ha dichiarato Gianluca Di Tondo, amministratore delegato del gruppo Barilla – L’impegno di Lead network per l’eccellenza si allinea perfettamente con i nostri valori. Sono convinto che, insieme, riusciremo a dare ancora più valore alle nostre attività e ai nostri mercati”. “Il percorso di Barilla per promuovere la diversità e la parità di genere si arricchisce di un’altra tappa fondamentale – afferma Floriana Notarangelo, chief diversity & inclusion officer del gruppo Barilla – Questa nuova alleanza si propone di alzare l’asticella per la promozione di diversità e inclusione nel nostro settore”. Barilla, già sei anni fa, con il Global supplier diversity program, ha intrapreso un percorso per il cambiamento culturale nella catena di produzione, coinvolgendo direttamente i fornitori. E le storie di Alessandra Lameri, Ad di Lameri, e di Margherita Caffa e Giovanna Galletti, Ceo di Lino, entrambe aziende fornitrici del gruppo di Parma, sono due esempi in due filiere strategiche per il mercato italiano, quella dei cereali e della nocciola.


Alessandra Lameri è entrata, nell’azienda fondata dal padre nel 1968, a 26 anni, come addetta in laboratorio qualità. Da allora il suo ruolo è progressivamente cresciuto. “Venti anni fa avevamo un solo stabilimento dedicato alla trasformazione dei cereali, oggi contiamo sei stabilimenti, tra i quali due aziende dolciarie in un’ottica di diversificazione del mercato – ha raccontato – Nel tempo abbiamo investito molto nella professionalità dei nostri collaboratori, in qualità, innovazione e nuove tecnologie per soddisfare le sempre più crescenti richieste dei nostri clienti. Barilla è stata tra i nostri clienti la prima a sensibilizzare su inclusione sociale e valorizzazione della diversità e del talento femminile. E anche noi negli ultimi anni abbiamo aumentato del 15% l’occupazione femminile, cosa non scontata in un settore tradizionalmente a predominanza maschile”. La seconda storia arriva dal Piemonte: Lino, società nata a fine anni Ottanta, lavora le nocciole che ritroviamo nei Pan di Stelle e nei Baiocchi Mulino Bianco. Nel 2012, a seguito della scomparsa improvvisa del fondatore, Carlo Caffa, Rosalba, Federica e Margherita ne raccolgono l’eredità: è l’inizio di un percorso che ha assicurato la continuità aziendale con una guida interamente al femminile. “Le donne oggi sono la maggioranza in tutti i ruoli aziendali, dal Cda allo stabilimento produttivo. Io entro in azienda a 23 anni e a 27 divento mamma – ha ricostruito Margherita Caffa – non è oggi semplice conciliare la volontà di essere una madre presente con le attese sul ruolo di imprenditrice, ma la passione e la voglia di fare crescere l’azienda sono state l’occasione per contrattare continuamente la realtà”. “Per una donna vita e lavoro non sono mai davvero separate. Tutti i nostri sforzi compiuti in questi anni – ha aggiunto l’altra ceo Giovanna Galletti – sono stati rivolti a mantenere un elevato standard qualitativo, nella piena consapevolezza che scelte di questo tipo generano un impatto non solo all’interno dell’azienda ma sulla comunità intera”.


Per favorire l’inclusione e la parità di genere, Barilla qualche mese fa ha adottato una nuova global policy per il congedo di paternità e maternità, garantendo a tutti i genitori del gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale. Nel 2020, il raggiungimento della parità retributiva di genere per tutti i dipendenti elimina ogni divario retributivo ingiustificato. Inoltre, il 38% degli executive e manager in Barilla nel mondo sono donne e il 47% delle dipendenti lavora a diretto riporto del Global leadership team. In Italia un team di donne guida tre degli stabilimenti produttivi più strategici del gruppo, a Castiglione delle Stiviere (VR), Novara e Melfi (PZ).