Pasta, da Sgambaro a De Matteis: non sono i pastai a speculare
Pasta, da Sgambaro a De Matteis: non sono i pastai a speculareMilano, 10 mag. (askanews) – I pastai italiani non ci stanno a passare per i responsabili della speculazione sul prezzo della pasta: le confezioni a scaffale oggi sono prodotte con le scorte di grano della scorsa stagione pagate ai prezzi lievitati di allora. Col nuovo raccolto e le quotazioni aggiornate, assicurano, i prezzi scenderanno. Il primo a lanciare questo messaggio è Giuseppe Ferro, amministratore delegato de La Molisana, quarto pastificio italiano nel mercato della pasta di semola secca, che abbiamo incontrato a Tuttofood.
“Penso che siano proprio gli agricoltori a speculare nel senso che due anni fa la materia prima è partita da 28 ed è arrivata a 56 euro al quintale quindi c’è stato un 100% di incremento dei costi. Noi abbiamo trasferito gli aumenti sulla pasta dopo otto mesi, adesso soltanto dopo un mese e mezzo di ribassi vogliono che il prezzo della pasta scenda – ci ha detto – ma noi come avevamo le scorte prima, abbiamo le scorte adesso. Sicuramente con la nuova campagna coi prezzi ancora più bassi il mercato si adeguerà”. Perchè, spiega ancora più chiaramente “Adesso stiamo utilizzando le scorte dell’anno scorso perchè è ovvio che non puoi lavorare senza scorte nei mulini. Nel momento in cui consumi le scorte avrai dei prezzi migliorativi, e sarai molto più competitivo anche sul mercato finale”. Il prezzo della pasta è finito nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane, tanto da spingere il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, a convocare per giovedì 11 maggio la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica dei prezzi. Secondo il Mimit nel mese di marzo il prezzo a scaffale è aumentato del 17,5% rispetto a un anno fa a fronte di prezzi di energia e materia prima ridotti. Gli agricoltori da subito avevano puntato il dito contro i pastai che, a loro dire non adeguerebbero il prezzo finale del prodotto ai costi della materia prima. Ma i produttori non ci stanno, come Pierantonio Sgambaro, presidente dell’omonimo pastificio veneto che dal 2001 utilizza esclusivamente grano duro prodotto in Italia: “Guardate che c’è stata una grande speculazione sul grano duro, speculazione che abbiamo subito: sono due anni che paghiamo il grano a prezzi incredibili e non parliamo dei costi energetici fino a qualche mese fa. Ora stiamo utilizzando le scorte dell’annata scorsa pagate molto care, per cui troviamo anche giusto proporre al mercato il prezzo che abbiamo pagato. E’ logico che se cntinua la riduzione del prezzo del grano adegueremo i prezzi della pasta in base al mercato”.
“E poi – avverte ancora Sgambaro alludendo alla commissione voluta dal ministero – non c’è bisogno di un intervento dall’alto, siamo noi che ci facciamo concorrenza l’uno con l’altro e decidiamo cosa fare nella nostra azienda. È naturale, che se il prezzo del grano scende, scende anche il prezzo della pasta”. A questo ragionamento Marco De Matteis, amministratore delegato della De Matteis Agroalimentare, pastificio avellinese con un fatturato al 2022 di circa 230 milioni di euro realizzato all’80% all’estero, aggiunge un altro tassello: “Credo che ci sia tanta disinformazione sul nostro settore: gli aumenti del prezzo della pasta si sono sviluppati nel 2022 con grande lentezza rispetto alle dinamiche di inflazione di materie prime ed energia che sono letteralmente esplose. Pertanto i pezzi che oggi vedono i consumatori sono soltanto il frutto parziale degli aumenti che i pastifici hanno subito nel 2022. In termini assoluti parliamo di pochissimi centesimi, e questo ritengo sia frutto di una attenzione forse eccessiva per questo prodotto che invece andrebbe tutelato perché solamente un prezzo giusto può remunerare i pastifici e di conseguenza può consentire il sostentamento di una filiera che deve necessariamente riconoscere anche agli agricoltori il giusto prezzo”.
De Matteis qui cita la sua Pasta Armando, un marchio premium, prodotto con grano 100% italiano della Filiera Armando, nato nel 2010 e commercializzato oggi in Italia e in circa 40 Paesi esteri. “Noi cerchiamo di fare tutto questo con Pasta Armando che compra il grano a prezzo minimo garantito a prescindere dalle fluttuazioni del mercato – ha sottolineato – credo che ci sia davvero un’attenzione un po’ miope verso questo problema quando invece la pasta andrebbe valorizzata”.