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Pd verso sì a referendum su jobs act, malumori della minoranza
Pd verso sì a referendum su jobs act, malumori della minoranzaRoma, 25 feb. (askanews) – La linea verrà fissata dalla direzione di giovedì, ma il Pd sembra andare verso il sì ai referendum della Cgil sul Jobs act, nonostante i dubbi della minoranza. Durante la riunione della segreteria di questa mattina, raccontano, la segretaria Elly Schlein ha innanzitutto fatto il punto sulle iniziative politiche dei prossimi mesi, che saranno incentrate sui 5 filoni indicati alla festa dell’Unità dello scorso settembre (sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politica industriale per la conversione ecologica, diritti sociali e civili). Quindi, si è inevitabilmente perlato molto della situazione internazionale e, appunto, dei referendum voluti da Maurizio Landini e che la stessa segretaria ha firmato.
Un tema delicato, perché il Jobs act è uno dei simboli del Pd di Matteo Renzi e l’ala moderata del partito vive con disagio l’idea di dover rinnegare quel voto, nelle scorse settimane in molti – da Graziano Delrio ad Alessandro Alfieri e Simona Malpezzi – hanno chiesto di evitare prese di posizione che sconfesserebbero le scelte fatte dal partito dieci anni fa. La segretaria, riferisce più di uno dei partecipanti, avrebbe stamattina spiegato che il Pd non può che essere in campo con una posizione su questa materia, precisando però che non si tratta di chiedere “abiure” a nessuno. Un modo, insistono diversi membri della segreteria, per dire che il Pd non è una caserma e che verrà rispettata la scelta di chi si comporterà diversamente.
Il confronto proseguirà informalmente fino a giovedì, quando in direzione la Schlein esporrà la posizione ufficiale, perché molti insistono per arrivare ad una linea che non crei imbarazzo a chi non intende rinnegare la stagione passata. Ma sul lavoro si discuterà anche questa sera, nella riunione congiunta di senatori e deputati dem sulla legge della Cisl che introdurrebbe la partecipazione dei lavoratori alla governance di impresa: l’ala sinistra del partito è intenzionata a chiedere che si voti ‘no’, dal momento che la maggioranza non dà segnali di voler correggere il testo uscito dalla commissione e modificato proprio dal centrodestra rispetto alla versioe orginale. La minoranza vorrebbe che ci si attestasse sull’astensione, “per non regalare la Cisl alla Meloni”. Anche se, ammette un esponente dell’area moderata, “certo il comportamento di Sbarra non ha aiutato”.