Pechino: Europa non colleghi relazioni con Cina a vicenda ucraina
Pechino: Europa non colleghi relazioni con Cina a vicenda ucrainaRoma, 29 mag. (askanews) – Collegare le relazioni tra l’Europa e la Cina alla questione ucraina “non è sensato”. L’ha affermato l’ambasciatore cinese presso l’Unione europea Fu Cong in una lunga intervista rilasciata al giornale britannico New Statesman.
“(…) Comprendiamo l’importanza che l’Ue attribuisce alla crisi ucraina. Ma francamente non trovo sensato collegare la posizione della Cina sulla crisi ucraina con le nostre relazioni bilaterali tra Cina e Ue. Non credo sia giusto nei confronti della Cina. Ma non è realistico aspettarsi che la Cina assuma la stessa posizione degli europei, perché la Cina non è in Europa”, ha affermato Fu. La scorsa settimana l’inviato di Pechino per la crisi ucraina, il rappresentante per le questioni euroasiatiche Li Hui, si è recato a Bruxelles dove ha incontrato Enrique Mora, braccio destro del capo della diplomazia europea, Josep Borrell. “L’Ue si aspetta che la Cina, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, lavori per il ritiro immediato e incondizionato di tutte le forze e attrezzature militari russe da tutto il territorio ucraino”, ha affermato Mora, secondo quanto ha scritto l’ufficio di Borrell.
Fu, dal canto suo, ha spiegato che, accanto alla sovranità ucraina, si deve però tener conto anche delle rivendicazioni russe. “La Cina è molto chiara nel sostenere l’integrità territoriale di tutti i Paesi. Ma francamente non vedo come si possa avere una pace duratura se non si tiene pienamente conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza di entrambe le parti. Quindi non si può dire che la Cina sia dalla parte della Russia su questo tema. La Cina sta cercando di facilitare la pace”, ha spiegato il diplomatico. Il diplomatico ha inoltre attaccato l’Europa rispetto alla possibilità che applichi ulteriori penalità nei confronti di aziende cinesi accusate di aggirare le sanzioni nei confronti della Russia. “Se la parte europea impone sanzioni alle aziende cinesi, senza fornirci alcuna prova concreta che dimostri che queste aziende sono impegnate in attività che possono eludere o hanno eluso le sanzioni dell’Ue contro la Russia, allora certamente reagiremo. Come governo abbiamo l’obbligo di salvaguardare gli interessi legittimi delle nostre aziende”.