Peste suina, Regione Lombardia: necessario allentare restrizioni
Peste suina, Regione Lombardia: necessario allentare restrizioniMilano, 2 nov. (askanews) – “La situazione negli allevamenti di suini è favorevolmente stabile da circa un mese, con l’ultimo dei nove focolai, tutti registrati in provincia di Pavia, verificatosi il 28 settembre”. E’ la comunicazione diffusa dalla Regione Lombardia a proposito della diffusione della peste suina africana nel territorio regionale.
“Visto il favorevole quadro epidemiologico negli allevamenti – commenta l’assessore all’Agricoltura, Alessandro Beduschi – è adesso necessario allentare le misure di restrizione che hanno certamente aiutato a gestire il rischio di diffusione, ma che oggi impediscono agli allevatori di movimentare quasi 40.000 animali a fine ciclo. In queste ore, grazie all’impegno e alla collaborazione di tutta la filiera, sono stati individuati macelli e centri di lavorazione delle carni che dovrebbero, a partire dalla fine di questa settimana, garantire lo sblocco della situazione, a partire dalle situazioni più critiche e con protocolli di per gestire le operazioni in piena sicurezza sanitaria”. Negli allevamenti interessati dai focolai sono stati abbattuti, anche per depopolamento preventivo, circa 46.500 suini, per i quali agli allevatori sarà corrisposto un indennizzo. In circa 2 mesi, in tutta la Regione Lombardia sono stati controllati 1.566 allevamenti, eseguite 9.745 ispezioni e 9.040 analisi.
Il livello di attenzione rimane molto alto, tanto che a oggi sono stati segnalati dagli allevatori ben 24 casi sospetti che i successivi approfondimenti diagnostici non hanno confermato. Nei cinghiali, principali vettori del contagio, sono state confermate positività nell’ambito territoriale del Parco del Ticino (Torre dell’Isola). Questo ha determinato da parte della Commissione l’emanazione di una zona infetta che coinvolge il Parco del Ticino con l’inclusione di Comuni sia della provincia di Pavia che di Milano. A breve si provvederà a modificare l’attuale Ordinanza per adeguare i territori soggetti a restrizione a questo nuovo contesto epidemiologico. Con il Parco del Ticino sono già state concordate specifiche attività di prevenzione e gestione del territorio. Sono confermate le attività di ricerca proattiva delle carcasse (sorveglianza passiva) a carico di ditte specializzate e di contenimento della specie cinghiale a carico della Polizia provinciale e ditte specializzate, in tutti i territori soggetti a restrizione per Psa in provincia di Pavia. Nel primo semestre 2023, sono state recuperate e analizzate 120 carcasse di cinghiale (302 in tutta la Regione, 478 nel 2022) e abbattuti, in zona di restrizione II, 632 cinghiali da luglio 2023 a settembre 2023.
La Regione conferma di voler proporre in questi giorni, tramite l’invio di un dossier alla Commissione europea, la richiesta di rimodulazione delle aree sottoposte a restrizione, mantenendo comunque un livello di sorveglianza atto a garantire l’identificazione precoce di un’eventuale reintroduzione del virus negli allevamenti suini. Questa rimodulazione dell’area eliminerebbe il vincolo sulle carni degli animali inviati al macello e quindi agevolerebbe in tempi rapidi la risoluzione delle criticità negli allevamenti pavesi. “Regione Lombardia – conclude Beduschi – continua a mantenere altissima la guardia, ma non può accettare che per mero calcolo politico si facciano comunicazioni inesatte e con messaggi gravissimi per gli allevatori e l’agricoltura lombarda. Parlare di nove nuovi focolai nell’ultima settimana è un errore inaccettabile da parte di coloro che rappresentano le istituzioni e non si può permettere di generare allarmismi ingiustificati. Questo vale soprattutto per chi, dopo anni di governi ‘amici’ che hanno chiuso gli occhi sulla diffusione indiscriminata di specie selvatiche, oggi specula su un tema così delicato e importante per l’economia lombarda, sul quale servirebbe remare tutti dalla stessa parte”.