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Petrini: su Green deal no convenienze elettorali come da Von der Leyen

Petrini: su Green deal no convenienze elettorali come da Von der LeyenTorino, 26 set. (askanews) – “Occorre il superamento di questa visione che mette il cambio climatico del New green deal in seconda istanza quasi che fosse contro le istanze dei contadini. Questo non è vero”. Il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, in occasione dell’inaugurazione di Terra Madre a Torino rilegge con una nota di amarezza le proteste che quest’anno hanno visto scendere in piazza gli agricoltori in tutta Europa. “Purtroppo la scelta di scendere in piazza – ha detto – è stata interpretata dalla politica in maniera sbagliata. Mentre i contadini rivendicano il diritto di fare i propri prezzi, la politica ha pensato che il vulnus, la situazione che andava cambiata fosse la politica ambientale. E quindi questo ha ottenuto il risultato di mettere i contadini contro gli ambientalisti, in un momento in cui la situazione delle scelte ambientali è di primaria importanza” ha avvertito.



Petrini ragiona sul fatto che “dentro questo sistema le varie parti, le varie componenti entrate in questa dimensione della transizione ecologica devono attuare elementi di dialogo, di confronto e non di contrapposizione. Ma ahimè questo è l’elemento che contraddistingue la politica oggi, non ci sono mediazioni, uno contro l’altro armati salvo poi quando ci sono le elezioni”. E qui punta il dito contro le recenti elezioni europee e la confermata presidente della Commissione. “La stessa Ursula von der Leyen che ha dichiarato che il Green Deal andava eliminato – ha detto – dovendo dopo le elezioni fare un governo con i verdi, ha dichiarato con altrettanta linearità che va realizzato nel giro di un anno”. “Occorre superare questa situazione e andare alla radice del problema – ha analizzato – abbiamo una distribuzione praticamente concentrata nelle mani di pochi. Oggi è la grande distribuzione, non tutta fortunatamente, un domani sarà anche la distribuzione online. Ebbene, i benefici di queste distribuzioni si chiudono nelle mani di pochi e la moltitudine dei produttori non ha neanche la dignità di fare i prezzi. Questa è una delle grandi battaglie che abbiamo davanti”. “Io penso che o realtà come Terra Madre, con il mondo agricolo, ma non solo, anche i cittadini diventano protagonisti politici in questa fase più rilevanti – ha concluso – o altrimenti accettiamo questi giochini che sono un po’ schizofrenici”.