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Pittura, dialogo e senso del tempo: la scoperta di Julie Mehretu

| Redazione StudioNews |

Pittura, dialogo e senso del tempo: la scoperta di Julie MehretuVenezia, 18 mar. (askanews) – Il segno e la stratificazione in relazione con la luce di Venezia che entra dalle grandi finestre di Palazzo Grassi: una pittura solidamente ancorata alla dimensione contemporanea posta a confronto con altre pratiche artistiche e con il senso stesso del tempo. La mostra di Julie Mehretu, pittrice americana nata in Etiopia oggi molto quotata sul mercato, è una somma di varie sensazioni che partono dalla sua visione della lavoro.



“La pittura – ha detto Mehretu ad askanews – è un processo molto lento, è un’investigazione, un’interrogazione e un desiderio di arrivare a un punto di senso. Per me l’astrazione è stata importante, ma la considero alla luce della storia e dell’idea che il tempo non è lineare nella progressione passato-presente-futuro, ma ciascuno di essi influenza di continuo gli altri. Ci sono molti modi di pensare al tempo, di pensare all’estetica e c’è bisogno di spingere sempre più avanti questa idea nella pittura, perché ci sono molti buchi che devono essere colmati nella storia”. La mostra di Palazzo Grassi, curata dalla stessa artista con Caroline Bourgeois, prova a restituire il senso più ampio dell’idea stessa di pittura e lo fa con la presenza dei lavori di altri artisti, amici di Julie Mehretu, come per esempio David Hammons o Tacita Dean. “Uno dei risultati della mostra – ha aggiunto la pittrice – è questo desiderio di un dialogo trans-disciplinare con altri artisti, con gli scultori, con i filmaker, con i musicisti: per trovare altri modi di affrontare i temi del nostro tempo. Questa conversazione con loro va avanti in modo naturale da anni e siamo in un contesto perfetto per creare un vero dialogo visuale, che viene messo in mostra in questa esposizione”.


Intitolata “Ensemble”, proprio per sottolineare il carattere polifonico a cui si ambisce ad arrivare, la mostra è uno dei progetti più significativi per Venezia nell’anno dell’imminente Biennale Arte. E il direttore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana Bruno Racine ha espresso grande soddisfazione per la realizzazione di questa esposizione. “Mehretu non ha mai avuto una grande mostra non solo in Italia, ma anche in Europa – ci ha detto – e davvero da questo punto di vista è un grande evento”. Che, tra le altre cose, racconta della vitalità della pittura come medium, oltre che della fluidità del Sistema dell’arte, sempre più propenso, per fortuna, a uscire dalle anguste logiche occidentali e patriarcali. Perché l’arte, se di valore, va oltre ed esplora tutti i territori, come nel caso di quelli pittorici con Julie Mehretu.