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Pmi, 487 mln raccolti nei primi sei mesi da startup italiane

Pmi, 487 mln raccolti nei primi sei mesi da startup italianeRoma, 27 giu. (askanews) – L’Italia resiste alla flessione globale degli investimenti in startup nei primi sei mesi del 2023. Sono circa 487 milioni di euro i capitali raccolti da startup italiane da gennaio a giugno, per un totale di 84 deal, poco meno della metà rispetto al miliardo dei primi sei mesi dello scorso anno, con 96 deal. La flessione nel nostro Paese è così in linea con la tendenza globale pari al – 51,17% rispetto allo stesso periodo del 2022. Sono queste le principali evidenze che emergono dal report realizzato da StartupItalia e presentato nella cornice di SIOS23 Summer: INSIEME, il summit organizzato in collaborazione con Sace, il Gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’Università Luiss Guido Carli, che per la prima volta ha riunito a Roma il mondo dell’impresa, quello istituzionale e associativo e l’Accademia per fare il punto semestrale sugli investimenti in Italia, sulle prospettive del settore e sui principali trend emergenti. Il calo degli investimenti non riguarda infatti solo il nostro Paese, ma si registra a livello mondiale. Il Regno Unito fa segnare il -57%, la Francia -55% e la Germania -44%. Anche allontanandosi dall’Europa, la situazione non cambia: -49% di miliardi investiti negli Stati Uniti e in Cina. A giustificare questa riduzione ci sono diversi componenti, tra cui l’assenza di grandi deal (sopra i 100 milioni) e l’elevata incertezza che pesa a livello globale causata da diversi fattori esogeni all’ecosistema, come guerra e inflazione. “L’ecosistema italiano ha saputo reggere l’onda d’urto di un periodo storico condizionato da difficoltà oggettive, grazie anche ad una serie di round significativi di alcune startup in settori estremamente competitivi a livello internazionale come il biotech, il medtech e il comparto dell’energia, che confermano l’attrattività della nostra filiera e l’importanza che il nostro tessuto riconosce alla cultura dell’innovazione”, ha spiegato Dario Scacchetti, CEO di StartupItalia. “Il calo degli investimenti in startup non sorprende, dato che stiamo assistendo a una flessione globale degli investimenti nel settore in diversi Paesi europei, così come negli Stati Uniti e in Cina. Pesano l’incertezza economica legata al difficile contesto internazionale, come il conflitto in Ucraina e le difficoltà che nei mesi scorsi hanno interessato il sistema bancario americano ed europeo. Sono elementi che confermano il valore del nostro tessuto imprenditoriale e confermano il livello raggiunto dalla nostra filiera dell’innovazione, che vede crescere sempre di più il numero degli attori tra startup, istituzioni, università, incubatori e fondi di venture capital. Un settore dove stanno iniziando a giocare un ruolo importante anche le Pmi innovative, protagoniste di processi di digitalizzazione e sperimentazione di nuove tecnologie, che permettono di aprirsi e di competere in nuovi mercati anche a livello internazionale. Abbiamo un ecosistema che sta crescendo, che ha bisogno di attenzione da parte delle istituzioni, che può generare nuovi posti di lavoro. Questa prima edizione di SIOS a Roma ha proprio voluto ampliare lo sguardo sull’intero ecosistema e non potevamo che scegliere un luogo iconico come Roma, un vero e proprio “centro” millenario, per trasmettere questa nuova idea di imprenditorialità”. “Il Summit SIOS23 Summer: INSIEME nasce dalla consapevolezza che integrare le competenze accademiche con il mondo dell’industria e delle startup sia una delle chiavi per sostenere i processi di innovazione delle imprese e consolidare la formazione di giovani talenti”, afferma Andrea Prencipe, Rettore della Luiss. “In questo contesto, la nostra Università è da tempo in prima linea: abbiamo integrato l’Open Innovation tra gli insegnamenti offerti agli studenti con la cattedra “Maire Tecnimont” in Open Innovation & Sustainability affidata all’ideatore del paradigma, Henry Chesbrough e favoriamo l’innovazione aperta attraverso realtà di successo come Luiss Alumni 4 Growth, l’investment club che sostiene le startup Luiss-related con una logica di social benefit e che conta oggi 14 giovani imprese in portfolio, di cui 2 in fase di exit. Inoltre, abbiamo innovato profondamente i modelli della didattica, attraverso un approccio enquiry-based per stimolare ragazze e ragazzi alla risoluzione di problemi reali, e lanciato due nuovi corsi di Laurea Magistrale interamente digitali, uno in Marketing e l’altro in Strategic Management”.