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Politecnico, nuovi spazi e laboratori per Ingegneria Ambientale

Politecnico, nuovi spazi e laboratori per Ingegneria AmbientaleMilano, 12 set. (askanews) – Riqualificazione dei laboratori per potenziare le infrastrutture di ricerca: sono questi alcuni degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2025 del Politecnico di Milano che la rettrice, Donatella Sciuto, ha voluto sottolineare all’inaugurazione del nuovo edificio e dei nuovi laboratori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’ateneo milanese. E per il DICA si tratta di un momento e di un anniversario particolarmente significativo.

“Oggi – ha detto ad askanews il professor Attilio Frangi, direttore del Dipartimento – festeggiamo 10 anni dalla nascita del nostro Dipartimento, ma in particolare festeggiamo la fine di questo lungo processo di riorganizzazione e riqualificazione, con la consegna dell’ultimo lotto di edifici per 4000 metri quadri, che contengono uffici, spazi comuni e nuovi laboratori”. Il sistema laboratoriale del Dipartimento, ospitato nell’edificio 4 del Politecnico, è stato arricchito da cinque nuovi ambienti per un totale di 1500 metri quadrati. E tra i beneficiari dei nuovi spazi c’è il Laboratorio di Ingeneria Ambientale (LIA), che dal 1957 si occupa di inquinamento e depurazione, ma non solo. “Attualmente – ci ha spiegato la professoressa Francesca Malpei, coordinatrice del LIA – tutte le nostre attività si possono ricondurre a due generali obiettivi molto importanti, non solo per la società, ma anche per l’ingegneria, che sono il concetto del One Health, cioè avere una salute unica, vuol dire proteggere sempre più la qualità dell’ambiente per proteggere la salute umana. L’altro grosso obiettivo e concetto è quello della circolarità, ormai molto diffuso. Noi ce ne occupiamo andando andando a vedere dal punto di vista tecnico tutte le possibilità di recuperare energia e materiali da scarti, che siano liquidi come le acque reflue o che siano solidi come rifiuti: questo è sicuramente quello che anche nei prossimi anni sarà sempre più necessario svolgere”.

Tra gli altri laboratori che sono stati oggetti del rinnovamento degli spazi ci sono il SoLINano Lab, dove si studiano le interazioni tra solidi e liquidi a livello microscopico in combinazione con analisi chimiche uniche nel loro genere, oppure la Collezione Petrografica, che conserva importanti campioni di minerali e una raccolta unica di rocce lucidate. Altri due laboratori coinvolti sono quello di Diagnostica e Indagini sui materiali del Costruito e quello di Microsistemi, Micromeccanica e Misure. Luoghi che portano avanti la ricerca anche alla luce di un concetto di sostenibilità sempre più profondo. “Siamo in una fase storica – ha aggiunto il direttore Frangi – in cui emerge con drammatica evidenza la fragilità dell’ambiente naturale e dell’ambiente costruito, anche per effetto dei cambiamenti climatici. Noi siamo quindi chiamati a progettare interventi strutturali che ne migliorino la resilienza, la resistenza, ma lo facciano in maniera sostenibile e poi siano attenti alla transizione energetica”.

Nell’ambito del DICA, poi, continuano a operare altri laboratori storici, che si concentrano su temi come l’idraulica e l’interazione tra i liquidi e i solidi a livello macro oppure sulle componenti ingegneristiche e strutturali legate alla realizzazione delle strade. Per un’idea di ingegneria civile che pensa se stessa in relazione alle sfide del presente e del futuro.