Pomodoro da industria Nord Italia, calo produttivo de 12%
Pomodoro da industria Nord Italia, calo produttivo de 12%Roma, 30 ott. (askanews) – Va in archivio la campagna di raccolta 2023 del pomodoro da industria nel Nord Italia, all’insegna di un calo produttivo (-12% rispetto a quanto contrattato con l’industria), ma con un’ottima qualità. In totale sono stati 38.928 gli ettari coltivati, dei quali 3.731 a produzione biologica. Sono state prodotte poco meno di 2,8 milioni di tonnellate di pomodoro, con una resa media di 71,88 tonnellate per ettaro (in calo rispetto alla media del quinquennio precedente, pari a 73,93 t/ha). Importante però la qualità, molto alta grazie ad un grado brix pari a 4,87, uno dei valori massimi dell’ultimo decennio. I dati arrivano da Confagricoltura: Corrado Ferrari, presidente regionale della sezione pomodoro da industria dell’associazione agricola, spiega: “la stagione nel complesso è stata positiva, con clima sostanzialmente mite, anche se le produzioni sono a volte state messe in difficoltà dal meteo”.
Positiva, secondo Ferrari, l’intesa trovata sul prezzo, che è salito dai 10,80 euro al quintale del 2022 ai 15 euro al quintale di quest’anno: “frutto di un clima di condivisione con l’industria, che ha preso coscienza di una situazione di carenza di prodotto e si è allineata ai prezzi internazionali. L’innalzamento del prezzo può sembrare importante, ma occorre ricordare come i 10,80 euro al quintale dello scorso anno fossero largamente insufficienti per coprire i costi di produzione. L’adeguamento quindi era necessario”. Il dialogo tra produttori e trasformatori è stato favorito dal comportamento coeso di tutte e 13 le Op, tant’è che oggi è già stato convocato un tavolo d’intesa per iniziare a ragionare sull’annata 2024: “le attuali condizioni di campagna creano forte curiosità attorno al pomodoro, ma occorre fare attenzione. L’eccesso di interesse può portare a conseguenze negative sul prezzo, e sappiamo bene come i costi produttivi non siano assolutamente diminuiti. Invito dunque i produttori a ragionare bene in sede di programmazione, in modo da salvaguardare la redditività delle loro aziende”, ha concluso Ferrari.