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Powell torna “falco”: potremmo dover riaccelerare rialzi tassi Fed

Powell torna “falco”: potremmo dover riaccelerare rialzi tassi FedRoma, 7 mar. (askanews) – Il presidente della Federal Reserve, Jay Powell ha lanciato chiari segnali in senso restrittivo sulla politica monetaria Usa, spazzano via qualunque residua ipotesi su cambi di rotta. Ha anzi esplicitamente ventilato la possibilità di una riaccelerazione sui rialzi dei tassi di interesse. “Sebbene l’inflazione si sia moderata negli ultimi mesi, il processo per riportarla al 2% ha una lunga strada davanti ed è probabile che risulti accidentato. Gli ultimi dati economici si sono rivelati più solidi del previsto, il che suggerisce che probabilmente il livello finale dei tassi sarà più elevato di quanto precedentemente anticipato”, ha detto alla prima delle due giornate della sua audizione semestrale al Congresso.
Inoltre “se l’insieme dei dati indicherà che è necessario un inasprimento più marcato – ha puntualizzato Powell – saremo pronti a aumentare il ritmo di rialzo dei tassi”.
Frasi inserite nelle dichiarazioni introduttive dell’intervento, quindi scelte e soppesate con il chiaro intento di avere la massima visibilità sui mercati. E l’effetto è stato immediato: Wall Street si è mossa al ribasso, mentre il dollaro è scattatato al rialzo, con l’euro tornato sotto quota 1,06 sul biglietto verde.
Alla Federal Reserve “continuiamo a ritenere che aumenti dei tassi sui fed funds saranno appropriati per raggiungere una linea di politica monetaria che sia sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione al 2%”, ha detto ancora Powell. E questo potrebbe appunto anche implicare un ritorno a rialzo a colpi di 50 punti base, laddove nelle ultime riunioni la Fed era tornata a muovere i tassi nella misura di 25 punti base (che una volta era la normalità).
Secondo Powell sul versante monetario contro l’alta inflazione “abbiamo fatto molta strada e i pieni effetti del nostro inasprimento devono ancora essere avvertiti. Ma anche così c’è ancora del lavoro da fare”. E “senza stabilità dei prezzi – ha ribadito il banchiere centrale – l’economia non funziona per nessuno. Continueremo ad assumere le nostre decisioni volta per volta, tenendo presente l’insieme dei dati che perverranno e le loro implicazioni per le prospettive dell’attività economica e dell’inflazione”.
Sull’ipotesi di una insolvenza sui pagamenti del governo federale, “l’unica strada” per evitarla “è alzare il tetto al debito in maniera tempestiva, in modo da permettere di effettuare i pagamenti”. Mentre “le conseguenze” di un default “potrebbero essere straordinariamente avverse e durare molto a lungo”, ha avvertito.