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Prandini: serve Ue coraggiosa per rispondere ad agricoltori

Prandini: serve Ue coraggiosa per rispondere ad agricoltoriRoma, 22 set. (askanews) – “Abbiamo vissuto, nell’ultimo mandato della Commissione europea, una politica di carattere demagogico, in cui Timmermans, come figura centrale, ha alimentato un conflitto tra le realtà produttive, in particolare l’agricoltura, e la percezione dei cittadini e dei consumatori. L’agricoltura era diventata la responsabile dei cambiamenti climatici. Tutto sbagliato: senza agricoltura non c’è ambiente e non c’è territorio”. Lo ha detto il presidente Ettore Prandini durante l’evento confronto con le rappresentanze nazionali del mondo agricolo e della pesca organizzato nell’ambito Divinazione Expo organizzato dal MASAF in occasione del G7 agricoltura a Siracusa.



L’agricoltura italiana si distingue a livello globale come la più sostenibile. “Questo è necessario farlo sapere ai cittadini, affinché ne abbiano piena consapevolezza e comprendano il ruolo dei nostri agricoltori,” ha aggiunto Prandini che ha sottolineato l’urgenza di “un cambio di passo da parte delle istituzioni europee che devono essere più coraggiose”. Negli Stati Uniti, ricorda Coldiretti, si investono risorse quattro volte superiori a quelle che noi destiniamo alla politica agricola comune. Quando ci battiamo per difendere ciò che è stato stanziato nel prossimo bilancio “significa che siamo fuori dalle dinamiche globali – spiega Prandini – dove il ruolo dell’agricoltura nei prossimi anni sarà centrale”.


Oltre agli investimenti economici, c’è il tema delle infrastrutture. “Se vogliamo parlare di agricoltura di precisione – ha spiegato il presidente Coldiretti – l’utilizzo dei dati, dei droni e di strumenti come i QR code per la tracciabilità della filiera, saranno essenziali.” Durante il suo intervento, Prandini ha anche ricordato la necessità di intervenire rapidamente sul tema della gestione delle acque, altro tema cruciale riguarda la gestione dell’acqua. “Essenziali come lo devono essere i bacini di accumulo. Lo abbiamo visto in Sicilia e in altre parti d’Italia. Se non tratteniamo l’acqua piovana, quanto accaduto quest’anno con danni per 8,5 miliardi di euro ai nostri imprenditori si ripeterà anche nei prossimi anni”.