
Premio Giorgio Ambrosoli a tesi su mafie italiane e straniere
Premio Giorgio Ambrosoli a tesi su mafie italiane e straniereMilano, 9 apr. (askanews) – Si è svolta questa mattina la cerimonia di premiazione del ‘Premio di laurea in memoria dell’Avvocato Giorgio Ambrosoli’, il riconoscimento che l’Amministrazione comunale promuove dal 2000 per onorare la memoria dell’Avv. Ambrosoli e assegna a giovani laureati e laureate o ricercatori e ricercatrici che abbiano approfondito nei propri elaborati i temi legati ai fenomeni di corruzione, il rapporto tra economia legale ed economia criminale. A ricevere il premio per l’edizione 2024 è stata la dottoressa Giordana Pepè, dell’Università degli Studi Milano Bicocca – Dipartimento di Giurisprudenza, Dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche con la tesi “Associazioni a delinquere e criminalità organizzata ‘straniera’ nell’ordinamento italiano: scenari attuali e prospettive de iure condendo”.
A sceglierla tra le dodici tesi che hanno partecipato al bando indetto nell’aprile 2024, è stata la Commissione in carica formata dal Presidente Andrea Borsani, Direttore dell’Area Governance Enti Partecipati e Nomine del Comune di Milano, dall’avvocato Umberto Ambrosoli, dall’avvocato Tiziano Barbetta, collega e amico di Giorgio Ambrosoli, dal professor Vittorio Coda, già Ordinario di Strategia e Politica Aziendale dell’Università Bocconi di Milano, da Armando Spataro, già Magistrato presso la Procura della Repubblica di Milano e componente della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, nonché già Procuratore della Repubblica di Torino. Nelle motivazioni della Commissione, che ha assegnato il premio del valore di 5mila euro, si legge: “Lo studio oggetto della tesi riguarda sia le mafie italiane autoctone (storiche e ‘nuove’), con ampi riferimenti alla loro espansione all’estero, sia quelle straniere (inquadrate per etnia, per espansione e livello di pericolosità, aree geografiche di provenienza ed aree italiane di operatività). Precisate differenze e caratteristiche che le accomunano, se ne studiano i percorsi storici, la contiguità al mondo dei così detti ‘colletti bianchi’ e i danni per l’economia legale che derivano dalla loro operatività diffusa. L’elaborato rappresenta un encomiabile sforzo di sobrietà e realismo, affrontando problematiche giuridiche complesse, sia interne al nostro Paese che di livello sovranazionale. La tesi, nel sottolineare la necessità a livello internazionale di rendere omogenea la risposta istituzionale a ogni tipo di mafia e di rendere efficiente la cooperazione tra le autorità competenti, indica i passi ancora da compiere, rilevando che l’art. 416 bis del nostro Codice penale resta comunque un efficace unicum europeo. La candidata mostra una ammirevole capacità di ricerca mirata (di testi giuridici e giurisprudenza) secondo criteri condivisibili, nonché di sintesi, chiarezza e rigore espositivo in relazione a una tematica di importanza crescente nell’attualità, rispetto alla quale ha articolato anche una serie di opzioni per tentare un corretto futuro inquadramento nel nostro Codice penale delle così dette ‘mafie straniere’. Si tratta di uno studio che può risultare utile anche per giuristi che di questa materia si occupano professionalmente”.