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Prodi (Cgie): focus sugli italiani all’estero, dobbiamo contare

Prodi (Cgie): focus sugli italiani all’estero, dobbiamo contareRoma, 20 giu. (askanews) – Maria Chiara Prodi, eletta segretaria generale del Consiglio generale degli italiani all’estero all’inizio della settimana, lancia le sfide del suo mandato, “dell’inizio di un nuovo capitolo”, in cui gli italiani all’estero, “il 10% della popolazione nazionale”, “devono contare ed essere nel corpo della nostra Repubblica” presenti e attivi. Un riflettore acceso sugli italiani all’estero come punto di partenza, con le necessità e le esigenze delle comunità dei connazionali, tra cui i problemi legati alla legge sulla cittadinanza e alle trafile burocratiche per i documenti, ben chiare e di assoluta priorità, ha spiegato la neosegretaria generale ad askanews.



“E’ l’inizio di un nuovo capitolo di questa consiliatura, del mio mandato come segretaria generale. Abbiamo cominciato i nostri lavori con un minuto di silenzio per ricordare Michele Schiavone, ed è stato un momento commovente che ci ha dato la marcia in più nel ricordo della sua generosità a trovare strade nuove, di unità e di ambizione per tutto il Consiglio”, ha sottolineato parlando di “un segnale di partenza per tutti i nostri connazionali all’estero” che “possono raggiungere le nostre rappresenze con fiducia, perché siamo là per unire le forze a fare sentire la nostra voce tutti insieme”. La segretaria generale del Cgie ha voluto quindi ringraziare i “quasi 2.000 volontari nei nostri Comites nel mondo perché fanno un lavoro straordinario, la capilarità di questo sistema, per come è stato pensato, ci può permettere di fare grandi cose se riusciamo a lavorare di squadra”.


Prodi sta guidando in questi giorni l’Assemblea Plenaria in cui si è discusso di cultura, di regolamenti, di lingua italiana, di rappresentanza ma anche di esigenze e di priorità per le comunità di italiani all’estero. “Ho voluto la bici e adesso pedalo ma passiamo dal meccanico – ha commentato facendo una battuta sulla necessità di alcuni aggiustamenti per migliorare l’operatività del Cgie – . Abbiamo lavorato al regolamemto per riuscire ad essere efficaci da subito e in particolare da quando non avremo più questa grande, immensa fortuna e necessità di vederci in presenza, perché lo spirito di squadra si può costruire lavorando con tanti webinar ma quando ci si si vede è tutta un’altra cosa”. “E poi vogliamo intervenire da subito su alcuni temi che sono centrali: dalla legge sulla cittadinanza alle questioni dei servizi consolari, su cui abbiamo avuto una riunione animata – ha sottolineato la segretaria generale Prodi – Siamo qui per portare le istanze dei nostri connazionali all’estero in un ottica collaborativa, perché c’è un tema di alleanze e di necessità, di sentirsi tutti dalla stessa parte. Se i nostri connazionali sono in sofferenza perché non hanno i loro documenti (e ricordiamo che all’estero non è come in Italia che serve per viaggiare, all’estero serve un documento di identità per vivere) si tratta di una necssità estrema, e a queste necessità bisogna dare una risposta” “anche nella serenità degli operatori e dei funzionari, dei nostri consoli, del corpo diplomatico consolare, si tratta di mettersi attorno a un tavolo e di studiare le strategie per riuscire a rendere più efficiente il sistema per non andare a discapito dei connazionali”.


Altro tema centrale è quello delle questioni di attualità e del ruolo degli italiani nel mondo nei momenti cruciali del voto: “In questi giorni si parla di premierato, una legge su cui gli italiani all’estero a un certo punto, come accade in Italia, si troveranno un riflettore puntato addosso. In quel momento si scoprirà che esistono – ha commentato ironicamente Prodi – Ma questo riflettore cercheremo di farlo avere sempre puntato sulla nostra presenza all’estero, perché siamo il 10% della popolazione nazionale e quindi dobbiamo contare ed essere nel corpo della nostra Repubblica tutti insieme”. Il Cgie, quindi, intende portare la sua visione e il suo contributo sugli argomenti “che ci riguardano, su cui abbiamo molto da dire e siamo aperti a creare nuovi contatti, perché in questi anni di vita del Cgie si sono moltiplicati gli attori di tutte le origini, associative, confederative e istituzionali, che creano politiche per gli italiani all’estero e noi, come Cgie, siamo per legge degli interlcoutori e questo ruolo lo vogliamo assumere pienamente”.


(di Daniela Mogavero)