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Progetto “Roma Impresa Comune”: 89 aziende a scuola di sostenibilità

Progetto “Roma Impresa Comune”: 89 aziende a scuola di sostenibilitàMilano, 18 lug. (askanews) – Si è concluso con successo il percorso di formazione del Progetto “Roma Impresa Comune”, promosso e sostenuto dall’Assessorato alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale,con l’obiettivo di aiutare le aziende nella trasformazione in società benefit. Guidato dall’assessora Monica Lucarelli, questo progetto ambizioso ha visto l’adesione di 89 imprese romane che si sono iscritte volontariamente all’iniziativa, strutturata in cinque giornate di approfondimento per un totale di quindici oredi formazione, completamente gratuite, presso la Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma (Cte-Roma) della Stazione Tiburtina.



“Questo progetto, frutto del nostro impegno nel promuovere la sostenibilità e l’innovazione tra le imprese del territorio,rappresenta un traguardo significativo per Roma Capitale. Il viaggio è iniziato e le nostre aziende sono state sui banchi della sostenibilità per acquisire gli strumenti necessari che permetteranno loro di trasformarsi in Società Benefit – spiega l’assessora Lucarelli -. La formazione che abbiamo offerto, grazie alla collaborazione con la regenerative design company Nativa, è solo l’inizio: il vero banco di prova sarà l’applicazione pratica di quanto appreso,un passo fondamentale per generare un impatto positivo e duraturo sui nostri territori. Grazie anche a questo progetto, che è un pilastro della nostra strategia di sviluppo sostenibile, Roma si pone all’avanguardia, dimostrando che un modello di impresa orientato alla sostenibilità è non solo possibile, maanche fondamentale per il futuro della nostra città. La varietà delle aziende coinvolte, provenienti da settori diversi, crea un ricco mosaico di conoscenze e risorse, che rafforzerà e amplificherà il valore complessivo dell’iniziativa, con l’obiettivo di far diventare Roma la principale capitale Benefit al mondo”. Grazie alla collaborazione tra Nativa, la prima società Benefit italiana, e la Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma, il progetto ha permesso alle aziende di partecipare a una serie di workshop intensivi finalizzati all’identificazione delle loro finalità di beneficio comune. Ora, molte diqueste aziende sono pronte a trasformarsi in Società Benefit entro la finedell’anno, contribuendo così al benessere sociale e ambientale del territoriodi Roma Capitale e diventando ambasciatrici del progetto “Roma Impresa Comune”.


“Con la chiusura del percorso di formazione che accompagnerà le prime aziende romane a trasformarsi in Società Benefit entro lafine dell’anno, siamo un passo più vicini al nostro obiettivo: rendere Roma la Capitale delle Benefit entro il 2030. Grazie alla collaborazione tra Roma Capitale, Casa delle Tecnologie e Nativa, da domani avremo un gruppo di aziende che hanno assunto l’impegno formale di creare un impatto positivo sulla città, il suo territorio e le persone che lo abitano, e che ci aiuteranno ad allargare il progetto ad altre realtà. È proprio questa sinergia tra pubblico e privato a determinare il successo dell’iniziativa, che può rendere Roma un caso studio internazionale eun modello virtuoso da esportare in altre città italiane”, evidenzia Paolo di Cesare, co-founder di Nativa. Le aziende coinvolte hanno seguito una road map che si è conclusa nella giornata di oggi. Un’esperienza che si è tradotta in un confronto dinamico che ha arricchito il percorso formativo, offrendo una panoramica completa delle opportunità e delle sfide che ogni settore affronta nel processo di trasformazione in Società Benefit. Le dimensioni delle imprese rappresentano il quadro variegato della realtà imprenditoriale della Capitale, con la maggior parte (62%) costituita da microimprese con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro, seguite da piccole imprese (20%) con fatturato inferiore a 10 milioni di euro, e medie imprese (18%). Anche i settori di provenienza delle aziende rappresentano questa varietà, tra cui i servizi alle imprese per il 25%,tecnologia e informatica per il 15%, consulenza e servizi professionali per il 15%, commercio al dettaglio per il 9%, ma anche ristorazione e ospitalità per il 10%, immobiliare e costruzioni per il 9%.