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Protezione sociale italiana: In 5 anni abbiamo cancellato un record di oltre 180 mln di euro di debiti

Protezione sociale italiana: In 5 anni abbiamo cancellato un record di oltre 180 mln di euro di debitiRoma, 25 giu. (askanews) – Tre storiche sentenze. Recentemente il Tribunale di Roma, grazie all’ausilio della Legge 3, ha azzerato oltre 10 milioni di euro di debiti che gravavano sull’ex proprietario di un noto gruppo capitolino di alberghi. A Bergamo, invece, due ex soci di una azienda metallurgica si sono visti azzerare 7,5 milioni di euro di debiti con banche, Agenzia Entrate Riscossione, fornitori e Comune, offrendo ai creditori il ricavato della vendita all’asta di alcuni immobili di proprietà per un valore stimato di 570.000 euro. A Lodi, infine, un ex titolare di una azienda produzione materiale plastico ha azzerato 1,3 milioni di euro di debiti con banche e Agenzia Entrate Riscossione. Il tutto grazie all’Organismo di composizione di Protezione sociale italiana che ha proposto di risolvere la situazione di indebitamento offrendo ai creditori la somma mensile di euro 650 per la durata di 36 mesi.



Tre sentenze che segnano un ulteriore passo in avanti per dare un futuro a chi pensa di non averne. Protezione sociale Italiana, da anni, si schiera al fianco degli imprenditori e delle famiglie italiane contro un fenomeno ormai diffusissimo come il sovraindebitamento. Il suo presidente è l’avvocato Letterio Stracuzzi che denuncia un aumento esponenziale delle richieste e parla della situazione italiana: “In 5 anni di attività abbiamo aiutato più di 750 famiglie e imprese e cancellato la cifra record di oltre 180 milioni di euro di debiti. Il che spiega come sia possibile cassare, con proposte adeguate, posizioni aperte verso chiunque, siano esse banche, finanziarie o l’Agenzia delle Entrate. Ma occorre fare ancora di più. Si tratta di una norma emanata con lo scopo di colmare una grave lacuna dell’ordinamento giuridico italiano che consente anche ai soggetti non fallibili di accedere, per risolvere il problema, a specifiche procedure concorsuali. Abbiamo fatto un calcolo: negli ultimi tre anni registriamo un aumento del 90 per cento di nuovi casi. Un numero spaventoso che dà il senso della situazione storica che stiamo vivendo. In tutto, abbiamo raggiunto quasi 5mila persone e abbiamo attivato 1.000 iter procedurali. Sono numeri importanti. E, dietro quelle cifre, ci sono storie di persone in sofferenza che vivono sulla propria pelle un disagio enorme”. Stracuzzi spiega quindi come è stata risolta la vicenda dell’albergatore romano: “Grazie all’Organismo di Composizione di Protezione Sociale Italiana, si è proposto di offrire ai creditori un sesto del ricavato della vendita dell’unico immobile all’asta per un valore stimato di 67mila euro. L’istituto della legge 3 che l’Organismo ha deciso di applicare in favore di Luigi è quello della liquidazione controllata. L’applicazione dell’istituto non richiede che la proposta del debitore ottenga il consenso dei creditori. Il Tribunale di Roma ha accolto la proposta e lo ha ammesso ad ottenere il beneficio dell’esdebitazione. Ma non parliamo di un caso isolato. Far conoscere le storie che vanno a buon fine, è fondamentale per due ragioni: la prima perché vogliamo lanciare un grido di allarme alle istituzioni. In Italia esiste il problema del sovraindebitamento ed è un problema che non può essere trascurato e deve esser risolto. In secondo luogo, perché vogliamo dare una speranza alle migliaia di famiglie e imprese che in questo momento si trovano in una situazione disperata e pensano di non avere futuro. Futuro che è invece ancora possibile, ricorrendo appunto ai benefici della legge 3. Considerando peraltro che l’indebitamento di famiglie e imprese sta diventando sempre più pressante”.


Un problema legato all’indebitamento, ricorda Stracuzzi, è quello dei suicidi. “Dal 2012 ad oggi sono oltre 3.000 i suicidi per motivi economici. Una cifra preoccupante che poteva essere decisamente più alta, forse anche del doppio, se non avessimo avuto la possibilità di ricorrere a questa normativa. E, dietro quelle cifre, ci sono storie di persone in sofferenza che vivono sulla propria pelle un disagio enorme: Angela da Palermo, ad esempio, aveva un sogno. Apre un piccolo centro estetico a ma l’attività va male e i suoi genitori chiedono dei prestiti per sanare i debiti contratti. Angela, in più, perde il lavoro come cassiera di un supermercato e iniziano i guai. Con il marito Lucio non riescono a pagare le rate del finanziamento e nemmeno quelle del mutuo. Un debito complessivo di 278mila euro che li inabissa senza soluzione. Si rivolgono così al nostro Organismo di composizione della crisi e propongono di onorare il debito vendendo casa, per un importo ricavabile di 95mila euro, aggiungendo anche il versamento di una rata mensile di 250 euro per quattro anni”. Altro tema delicato è quello del caro mutui: “Le famiglie – spiega Stracuzzi – sono sempre più in difficoltà, strozzate dalle rate del mutuo a tasso variabile, aumentate nel solo 2024, fino al 119%. Ma non solo, il 12% di queste sono addirittura finite all’asta. L’aumento, voluto dalla Banca centrale europea per contrastare l’inflazione galoppante, sta mettendo in ginocchio le famiglie italiane che, in media, sono costrette a pagare rate di mutuo con un aumento medio di circa il 50%. Il budget delle nostre famiglie è stato già eroso per mettere nel carrello della spesa pane, pasta, riso, verdura, carne e pesce. Ora si aggiunge anche l’impennata dei mutui che peraltro è difficile rinegoziare”.


Tra le vittime di violenza economica, fa notare ancora Stracuzzi, ci sono anche le donne: “37 su 100 ricorrono ai Centri antiviolenza proprio per questo tipo di pressione, psicologica e non. La Legge 3 corre in loro aiuto ma ancora in pochi ne parlano. Eppure il Codice della Crisi ha permesso di cancellare situazioni al limite e far ritrovare la serenità perduta. I numeri parlano chiaro: in Italia, ancora oggi, il 40% delle donne non dispone di un proprio conto corrente e il 37,8% di quelle che si rivolgono a un Centro antiviolenza lo fa anche per casi di violenza economica, un retaggio culturale e un tabù sociale alquanto duri da spezzare. Purtroppo le scarse conoscenze economico finanziaria espongono il gentil sesso a altro tipo di violenza, esercitata dai loro mariti, compagni o ex mariti. Capita molto spesso che le donne che hanno proprietà immobiliari o un rapporto di lavoro fisso, sono quasi costrette a prestare garanzie personali per le attività del marito, sia in attività artigiane, quindi piccoli imprenditori, sia in società commerciali. Poi, quando l’impresa del marito cessa o fallisce, il marito comunque scappa via, e la donna si trova a sopportare le spese”. Purtroppo, conclude Stracuzzi, non tutti possono accedere a questi benefici ma una soluzione ci sarebbe: “Noi di Protezione sociale italiana vogliamo rendere operativa, per tutti, questa legge salva suicidi. Come? Creando un fondo per pagare le spese della procedura. Il 30% delle famiglie rinunciano perché non riescono, per motivi economici, ad avviarla. Serve un fondo per permettere a tutti di accedere ai benefici previsti contro il sovraindebitamento. Una questione di giustizia sociale”.