Quotazioni grano in picchiata, nel padovano conti in rosso
Quotazioni grano in picchiata, nel padovano conti in rossoRoma, 27 giu. (askanews) – Pane e pasta al supermercato mantengono prezzi elevati, ma alla produzione la quotazione del grano è precipitata ai valori di due anni fa, passando da 40 euro al quintale a circa 25. Stessa cosa per altri seminativi, come il mais e la soia, che tornano ai prezzi ante speculazione e ante guerra.
È questa la principale preoccupazione degli agricoltori di Confagricoltura Padova, riuniti in assemblea all’Hotel Crowne Plaza, nella quale sono intervenuti in videocollegamento il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il vicepresidente nazionale Giordano Emo Capodilista e l’europarlamentare Herbert Dorfmann. “Nonostante la siccità e i costi energetici ancora alti, lo scorso anno siamo riusciti a chiudere i bilanci in positivo – ha sottolineato il presidente provinciale Michele Barbetta -, grazie ai prezzi sostenuti dei prodotti agricoli. Oggi, invece, nel settore delle coltivazioni stiamo operando con costi ancora alti e prezzi in picchiata e i primi conti dei raccolti hanno il segno rosso”.
I prezzi delle commodities agricole sono tornati sui valori precedenti al conflitto e sta sorgendo forte la preoccupazione che possano scendere ulteriormente. Anche se per ora tengono i prezzi di alcune produzioni zootecniche, latte, uova e suini. “Segnali di cedimento li stiamo osserviamo nel settore dei bovini e degli avicoli”, si spiega. Restando nel settore dell’allevamento, gli agricoltori sono anche preoccupati per l’estendersi dell’area in cui sono stati rinvenuti cinghiali affetti da peste suina africana. Malattia virale che colpisce i suini, ma che non si trasmette all’uomo. È dei giorni scorsi la notizia di un nuovo caso di cinghiale infetto riscontrato in provincia di Pavia, quindi in Lombardia, prima regione in Italia per questo tipo di allevamento, che va ad aggiungersi a quelli trovati precedentemente in Liguria, Piemonte e Lazio.