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Rappporto Ispra: nel 2022 produzione rifiuti urbani -1,8%

Rappporto Ispra: nel 2022 produzione rifiuti urbani -1,8%Milano, 21 dic. (askanews) – Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta a circa 29,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8% (544 mila tonnellate) rispetto al 2021. In controtendenza con gli incrementi rilevati per gli indicatori socioeconomici, quali prodotto interno lordo e spesa per consumi finali sul territorio economico, rispettivamente pari al 3,7% e 6,1%, i dati sui rifiuti urbani risultano in calo. E’ quanto emerge dal Rapporto sui rifiuti urbani 2023 dell’Ispra.

Nel complesso l’andamento altalenante della produzione dei rifiuti può essere correlato a diversi fattori, anche combinati tra loro, tra cui l’introduzione di nuove disposizioni normative o motivazioni sanitarie o socio-economiche, quali la pandemia del 2020 e la crisi internazionale del 2022. In termini generali il dato del 2022 sembra, in ogni caso, riflettere l’andamento tendenzialmente in calo riscontrato nel lungo periodo. In relazione ad effetti dovuti a modifiche normative, il dato della produzione può essere influenzato sia dall’introduzione di differenti modalità di contabilizzazione dei dati relativi ai rifiuti urbani che dalla possibilità per le utenze non domestiche di avvalersi, sulla base delle modifiche introdotte nella legislazione di settore, di modalità di raccolta alternative rispetto al tradizionale utilizzo del servizio pubblico. La produzione di rifiuti urbani diminuisce in tutte: il Nord fa registrare il calo percentuale più consistente (-2,2%), seguono il Centro e il Sud (-1,5% per entrambe). La produzione pro capite si attesta, nel 2022, a 494 chilogrammi per abitante, facendo registrare una variazione percentuale negativa dell’1,6%, rispetto al 2021. La situazione vede: il Centro con 532 chilogrammi per abitante, mentre il valore medio del nord Italia si attesta a 506 chilogrammi per abitante; il dato del Sud è invece pari a 454 chilogrammi per abitante.

A eccezione della Valle d’Aosta, la cui produzione è in lieve aumento, tutte le regioni italiane hanno fatto rilevare un calo dei rifiuti prodotti. In particolare, tra le regioni settentrionali, le maggiori contrazioni si osservano per il Trentino-Alto Adige (-3,7%), la Lombardia (-3,3%) e il Veneto (-2,5%); al Centro, per le Marche (-2,7%) e la Toscana (-2,1%) e al Sud per il Molise (-3,2%), la Calabria e la Sardegna (-2,5% per entrambe) e la Puglia (-1,9%). Il più alto valore di produzione pro capite si riscontra per Reggio Emilia, con 744 chilogrammi per abitante per anno, seguono altre due province dell’Emilia-Romagna, nell’ordine, Ravenna e Piacenza, rispettivamente con 719 e 702 chilogrammi. Tra le province con produzione pro capite compresa tra i 600 e i 700 chilogrammi per abitante, rientrano altre tre province dell’Emilia-Romagna (Rimini, Ferrara e Modena), quattro province toscane (Livorno, Grosseto, Lucca e Prato) e la provincia di Aosta. I più bassi valori di produzione pro capite (inferiori a 400 chilogrammi per abitante) si rilevano per diverse province del Sud Italia e per due province del Centro, Rieti e Frosinone.

Circa il 16% della popolazione italiana, l’insieme delle 14 municipalità aventi ciascuna, nel complesso più di 200 mila abitanti fa rilevare, tra il 2021 e il 2022, un aumento della produzione totale dello 0,4%. Venezia e Napoli mostrano aumenti del 5,7% e 3,1%, seguite da Catania e Padova, entrambe con un aumento del 2,3%; gli incrementi registrati per Messina e Milano sono inferiori, rispettivamente pari all’1,5% e all’1%.