Rete degli studenti medi: sul caro affitti le parole di Valdiatra sono inaccettabili
Rete degli studenti medi: sul caro affitti le parole di Valdiatra sono inaccettabiliRoma, 10 mag. (askanews) – La Rete degli Studenti Medi si unisce all’allarme lanciato dall’Unione degli Universitari sul problema del caro affitti. “Serve un impegno rapido e concreto per contrastare la crisi abitativa”, si spiega in una nota. “Sulla questione si è espresso il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, di fatto lanciandosi esclusivamente contro le città guidate dal centrosinistra che, a suo dire, sono le uniche coinvolte dalle manifestazioni e le uniche ad avere responsabilità sulla vicenda”, si aggiunge. Il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola, ha spiegato: “È assurdo che Valditara sia in grado di strumentalizzare un’emergenza, come quella abitativa, per soli fini politici. Il diritto allo studio universitario spetta alle Regioni, è bene ricordarlo al Ministro. Sulla crisi delle residenze ci sono più responsabilità, che riguardano in primis le Giunte Regionali, seguite dal Governo e dalle Amministrazioni Comunali, che, però, sono l’ultima ruota del carro e che non hanno gli strumenti e le risorse per dare risposte strutturali all’emergenza”. Notarnicola poi aggiunge: “E’ nell’interesse di un ministro dell’istruzione pubblica assicurarsi che il diritto allo studio venga garantito anche all’università, e questo passa anche e soprattutto dal diritto all’abitare. Valditara forse immagina che tutti gli studenti dopo le scuole superiori vadano subito a lavorare, mi dispiace dirgli che non è così: se vuole davvero avere un ruolo sulla crisi abitativa lo faccia all’interno del Consiglio dei ministri chiedendo misure tempestive”.
La Rete degli Studenti Medi – si sottolinea – sarà al fianco degli universitari nelle manifestazioni, la crisi abitativa non riguarda pochi studenti fuorisede, ma tutto il futuro del Paese. “La crisi abitativa, i prezzi esosi delle stanze, l’inflazione galoppante, le borse di studio inesistenti sono problematiche gravi che penalizzano la scelta universitaria – cotinua Giorgio Carratta, della Rete degli Studenti Medi – Come studenti delle scuole superiori non possiamo non constatare quanto il diritto ad un futuro dignitoso per le nuove generazioni sia costantemente bistrattato. Chiediamo che si intervenga immediatamente, convocando le associazioni studentesche ed universitarie. Sosteniamo l’appello lanciato dall’Unione degli Universitari e saremo al loro fianco davanti agli Atenei di tutto il Paese. Senza casa, senza futuro”.
“Sosteniamo la mobilitazione nazionale degli studenti, lanciata dall’Unione degli Universitari, che con lo slogan ‘Senza casa, senza futuro’ chiedono risposte al Governo sulla crisi abitativa, e denunciamo la grave condizione del mercato degli affitti”. È quanto affermano, in una nota, Cgil nazionale e Sunia. “In Italia – si legge nella nota – gli studenti che risiedono in una provincia diversa e comunque a più di 100 Km di distanza dal luogo di studio, i cosiddetti fuori sede, sono più di 750.000. Per rispondere a queste necessità il sistema di diritto allo studio pubblico fornisce circa 39.000 posti letto che riescono a tutelare il 5,2% degli aventi diritto”. “Un dato allarmante che – sottolineano Cgil e Sunia – mette in luce la colpevole assenza di misure nazionali legislative, economiche e fiscali, volte a garantire il diritto all’abitazione come parte integrante dell’infrastruttura del diritto allo studio e quindi, in quanto tale, diritto tutelato costituzionalmente. La scarsità di posti letto spinge inevitabilmente gli studenti e le loro famiglie a reperire alloggi nel libero mercato, un mercato ‘distorto’ e caratterizzato da forme speculative, elusione ed evasione fiscale”. I dati Istat “mostrano una situazione drammatica – proseguono Cgil e Sunia – i prezzi delle camere singole risultano aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, e di 13 punti rispetto al 2022 fino a raggiungere un costo medio mensile di 539 euro e annuale di 6468,00 Ç con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Bologna, che hanno toccato affitti mensili anche di 700 Ç al mese; città dove peraltro si concentra circa un quarto del totale dei fuori sede italiani”. “Oltre a tali costi – aggiungono Cgil e Sunia – insostenibili per le famiglie e gli studenti investiti dagli effetti della crisi pandemica, si devono aggiungere le spese accessorie – condominio, tassa sui rifiuti e utenze varie – che hanno subito forti rincari. Al momento, affittare la propria casa a turisti mediante piattaforme online, appare molto più conveniente a livello economico e con minori rischi, complice anche un sistema di legge sulle locazioni abitative che favorisce con importanti sgravi fiscali gli affitti brevi”.
Per Cgil e Sunia: “Occorre una nuova politica e un progetto complessivo di diritto allo studio, all’interno del quale devono essere individuate anche forme di sostegno abitativo per gli studenti fuori sede, altrimenti il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire nel nostro Paese, bloccando ulteriormente le sue possibilità di sviluppo ed evoluzione sociale. Occorre che Governo, Regioni e Comuni intervengano. I fondi del Pnrr non stanno andando nella direzione di favorire significativamente il diritto allo studio, ma soprattutto sono indirizzati verso il settore privato e il libero mercato”. Secondo Cgil e Sunia “occorre istituire dei fondi a favore dei Comuni per coofinanziare l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, di aziende pubbliche e private fallite, dai beni confiscati alla mafia, battaglia culturale oltre che vertenziale. C’è la necessità – concludono – di costruire e attuare un welfare che si misuri con il mutato assetto sia sociale che economico delle città e con i molti aspetti delle nuove povertà e con le nuove disuguaglianze”.