Ricci (Invalsi): scuola, serve riflessione pedagogica profonda
Ricci (Invalsi): scuola, serve riflessione pedagogica profondaRoma, 22 ago. (askanews) – “E’ necessaria una riflessione pedagogica profonda di dove vogliamo portare la nostra scuola. Quello che emerge abbastanza chiaramente dalle rilevazioni è la necessità di una riflessione garbata e attenta su questo, per essere veramente amici della nostra società e delle generazioni che stanno crescendo”. Così il presidente Invalsi Roberto Ricci, intervenendo al Meeting di Rimini all’incontro “La scuola si racconta. Nuovi linguaggi per un dialogo con i giovani”.
“Tutti i Paesi – ha spiegato – investiranno tantissimo per cercare di ridurre l’impatto del contesto di riferimento sugli esiti di apprendimento dei nostri studenti. E le cose non stanno andando molto bene: ad oggi, non solo in Italia, il peso del contesto sociale, economico e culturale degli studenti è enorme. Probabilmente la frontiera su cui lavorare sono le competenze non disciplinare e le soft skills, ma per fare questo serve una riflessione sul disegno educativo di scuola che vogliamo. E la nostra società ha grosse difficoltà a farlo. Altrimenti si osserva una esasperazione delle differenze”. Per Ricci “è giunto il momento di affrontare il grande tema di che cosa vogliamo per la nostra scuola in termine di apprendimenti e competenze di base. Se non lo facciamo anche il concetto di povertà educativa, che è importante, risulta molto difficile da cogliere. Una società moderna oggi dovrebbe vedere il problema della dispersione scolastica da due punti di vista: tenere i ragazzi a scuola, ma poi si pone il tema di cosa i ragazzi apprendono e quindi cogliere quegli elementi di dispersione che riguardano anche i ragazzi che si sono diplomati”.
Per il presidente Invalsi si devono “cogliere le potenzialità enormi date dall’intelligenza artificiale, dalla tecnologia e dall’uso di strumenti e di nuovi modi di riflettere sulle cose, aiutandoci anche con l’operatività delle soluzioni. Chi fa i nostri mestieri deve aiutare il sistema, e se stesso a capirlo, al fatto che la dimensione del tempo è molto importante e quindi non possiamo immaginare soluzioni nuove, necessarie, senza anche dire che cosa non facciamo più. Ad ogni nuova cosa che aggiungiamo, dobbiamo interrogarci su cosa è ora di non fare più”, ha concluso Ricci.