Rifiuti, Comm.parlamentare: traffici illeciti da Campania a Puglia
Rifiuti, Comm.parlamentare: traffici illeciti da Campania a PugliaMilano, 29 gen. (askanews) – “Certamente il fenomeno” del traffico illecito di rifiuti in Campania “è oggi meglio noto, nelle sue cause e modalità di manifestazione, che agli inizi”, visto che “passi avanti sono stati fatti in tutte le direzioni, preventive e repressive”, ma se “il miglioramento della situazione è evidente” tale miglioramento “non impedisce, tuttavia, di registrare una sua estensione su base territoriale sia verso altre Regioni italiane, come la Puglia (doc. 46/2, in relazione ai territori di Bari, Barletta, Andria, Trani e Foggia) che verso l’estero”. Lo si legge nella relazione annuale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, presentata oggi alla Camera.
Questo spostamento dei traffiici, prosegue il documento, “si deve probabilmente tanto alle accresciute esigenze della criminalità quanto all’avvenuto scoraggiamento delle condotte criminali nell’area geografica che ne vide l’origine, proprio in ragione dell’enorme sforzo istituzionale svolto soprattutto in Campania”. Per la Commissione il fenomeno, “nonostante la forte attenzione istituzionale portata avanti attraverso un articolato sistema di prevenzione, messo in campo dalle forze di polizia e dagli Enti locali, e di repressione, incentrato sul doveroso attivismo delle Procure della Repubblica, resta vivo, come dimostrano il non sopirsi di fatti di cronaca nei territori di maggiore interesse e la risonanza mediatica degli stessi. Trattasi infatti di un fenomeno ancora estremamente variegato e, proprio per questo, difficile da interpretare in tutte le sue sfaccettature ed arduo da contrastare in modo efficacemente unitario. A partire da tale dato, l’attività della Commissione è stata quindi volta ad aggiornare e approfondire, tramite le audizioni svolte, i sopralluoghi effettuati sui luoghi interessati e la documentazione acquisita, in particolare dall’autorità giudiziaria – incontrando, al riguardo, la costante collaborazione delle istituzioni coinvolte – il quadro conoscitivo già esistente e a evidenziare l’evoluzione del fenomeno nel corso del tempo”.
È così emerso come tale fenomeno “si snodi tuttora attraverso impianti di trattamento censiti e autorizzati, siti abusivi di stoccaggio o trattamento, depositi occasionali, cumuli non autorizzati, contenitori di rifiuti stradali, roghi di rifiuti abbandonati. A ciò si aggiungono frequenti casi di incendi, spesso finalizzati a rispondere all’esigenza di creare artificiosamente terreni non coltivabili per destinarli ad altri scopi, probabilmente legati alla realizzazione di impianti per energie rinnovabili. Queste tipologie si sono arricchite con l’accumulo e l’illecita attività di trattamento che avviene presso alcuni campi nomadi (si pensi all’area tra Napoli- Giugliano in Campania – Caivano- Afragola), con abbruciamento di rifiuti plastici e di rifiuti ingombranti, al fine di recuperare materie prime utili, come i metalli, con conseguenti alte e persistenti colonne di denso fumo nero che destano allarme sociale nelle popolazioni limitrofe e ampia eco nei media”.