Roma, Azione: Gualtieri esiga non edificabilità Pratone via Teulada
Roma, Azione: Gualtieri esiga non edificabilità Pratone via TeuladaRoma, 9 lug. (askanews) – “Bene la richiesta avanzata dal Campidoglio al Demanio per la porzione dell’area che pertiene al parco di via Teulada di cui ha parlato l’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi nel corso della seduta odierna della commissione capitolina Patrimonio. Adesso però il sindaco faccia mettere nero su bianco e inserire nel protocollo che sarà firmato domani la non edificabilità del pratone di Via Teulada”. Così Valentina Grippo, Alessio D’Amato, Flavia De Gregorio, Francesco Carpano, Giuseppe Lobefaro, Maurizia Cicconi, Sofia De Dominicis e Donatella Scatena, rispettivamente deputata, consigliere regionale, capogruppo e consigliere capitolino di Azione, capogruppo, consigliere e segreteria di Azione in I Municipio.
“Per ribadire il nostro fermo no alla colata di cemento sull’ultimo prato di Prati – continuano – domani mattina, dalle ore 12.00, saremo in sit-in davanti alla Regione Lazio insieme a comitati, associazioni di quartiere e semplici cittadini che, come noi, stanno combattendo da tempo per fermare quest’ennesimo scempio e non hanno nessuna intenzione di mettere la parola fine alla battaglia per il verde di via Teulada”. Nei giorni scorsi, sottolineano da Azione il Campidoglio ha precisato di aver chiesto la realizzazione degli interventi necessari all’ampliamento della Città Giudiziaria di Piazzale Clodio ‘minimizzando il consumo di suolo e privilegiando le aree già coperte, ossia asfaltate’. Se davvero il sindaco intende proteggere questa zona di grande pregio, peraltro soggetta a vincoli di tipo storico-artistico, paesaggistico e ambientale, e dunque come tale non edificabile – chiedono da Azione – abbandoni gli indugi e lo dimostri concretamente pretendendo l’inserimento del rispetto dei vincoli di tutela nell’area della riserva naturale all’interno del protocollo che sarà sottoscritto domani. Noi torneremo a chiedergli di far rispettare la legge e non ammettere deroghe al Piano regolatore generale”, concludono.