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Rottura Trump-Zelensky, il presidente Usa: torni quando pronto per la pace
Rottura Trump-Zelensky, il presidente Usa: torni quando pronto per la paceRoma, 28 feb. (askanews) – Da quasi accordo a rottura nel giro di mezz’ora: il colloquio fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale della Casa Bianca ha messo in scena uno spettacolo raramente testimoniato dalla diretta televisiva nella storia della diplomazia.
La lavata di capo di Trump – e del suo vice, JD Vance, in un ruolo inedito per un titolare della carica – a un Zelensky che non si aspettava un simile attacco, almeno dalle dichiarazioni precedenti all’incontro, ha portato alla mancata conferenza stampa finale fra i due Presidenti e alla mancata firma dell’accordo sulle terre rare – e, facile immaginare, alla piena soddisfazione di Mosca. “State giocando con la vita di milioni di persone, state giocando con il rischio di una Terza Guerra Mondiale”, ha detto Trump, accusando il leader ucraino di mancanza di rispetto. “O fate un accordo o noi ci chiamiamo fuori”. Poi il verdetto con una dichiarazione postata su Truth: “torni quando sarà pronto per la pace”.
Zelensky ha iniziato ricordando le violazioni degli accordi di Minsk da parte di Mosca e le responsabilità dell’invasione da parte di Vladimir Putin, sottindentendo di non potersi fidare del Cremlino – forse non la tattica diplomatica migliore con l’inquilino della Casa Bianca. Ma a innescare lo sconto vero e proprio è stato Vance, che ha definito “irrispettoso” il “venire nello Studio Ovale per cercare di litigare davanti ai media americani” e al tentativo di obiezione di Zelensky è intervenuto Trump a rincarare la dose: “State giocando con la vita di milioni di persone, state giocando con il rischio di una Terza Guerra Mondiale e quello che state facendo è molto irrispettoso nei confronti del Paese, questo Paese che vi ha sostenuto molto più di quanto molti sostengono che avrebbe dovuto”.
Trump non ha parlato di garanzie di sicurezza – aveva dichiarato poco prima dell’incontro che “non ne sarebbero servite mote una volta firmato un accordo” – ma ha messo Zelensky davanti a quella che la Casa Bianca considera la verità obbiettiva: “Il vostro Paese è in guai grossi, non state vincendo, non state vincendo questa guerra. Stiamo cercando di risolvere un problema: non diteci cosa dobbiamo fare perché non siete nella posizione di dettarlo”. “Il problema è che io vi ho dato il potere di mostrarti un duro, e non credo che lo saresti senza gli Stati Uniti, e la vostra gente è molto coraggiosa, ma o farete un accordo o ce ne tiriamo fuori, e se ne saremo fuori dovrete combattere. Non penso che sarà bello, combatterete ma non avete in mano le carte per farlo. Una volta firmato quell’accordo, sarete in una posizione molto migliore, ma non state dimostrando alcuna gratitudine, e questa non è una bella cosa”, ha concluso ribattendo di nuovo sul tasto dell’ingratitudine.
A questo punto il colloquio si è concluso: la delegazione ucraina ha lasciato la Casa Bianca senza rilasciare dichiarazioni, mentre Trump non ha perso tempo per lanciare un’ultima stilettata tramite Truth Social: “Abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca oggi: abbiamo capito molte cose che non si sarebbero mai potute capire senza una conversazione sotto pressione. È incredibile quanto emerge attraverso l’emozione, e ho potuto stabilire che il Presidente