Sanità, Ministero: obiettivo è nuovo Piano Nazionale a garanzia Lea
Sanità, Ministero: obiettivo è nuovo Piano Nazionale a garanzia LeaMilano, 21 giu. (askanews) – “Obiettivo del ministero: un nuovo Piano Sanitario Nazionale come strumento di governance tra Stato-Regioni a garanzia dei Lea. Dal 2006 non ne abbiamo uno”: così Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione Ministero della Salute durante “Colazione con”, l’evento promosso da Onws (Osservatorio Nazionale Welfare e Salute) per stimolare il dibattito attorno al tema del welfare e della qualità dell’invecchiamento. “Il nuovo Piano – ha aggiunto Mennini – terrà conto dei modelli organizzativi atti a garantire un miglioramento dell’assistenza territoriale così da soddisfare una presa in carico del paziente efficiente più vicina al luogo in cui vive e di una riduzione della mobilità sanitaria”. Tutti aspetti, questi, che riguardano da vicino la contraddizione tutta italiana che c’è tra l’accentuato invecchiamento della popolazione da un lato e l’insufficienza di interventi welfare dall’altro.
In Italia il tasso medio di speranza di buona salute nel 2021 era di 60,5 anni. L’età media – secondo il Rapporto Annuale 2024 dell’Istat – è di 46,6 anni (quasi un anno in più rispetto al 2020). Sul totale della popolazione, sono 14,36 milioni gli ultrasessantacinquenni, pari al 24,3% della popolazione, e secondo le ultime previsioni dell’Istituto tale percentuale è destinata a crescere fino al 35,1% della popolazione nel 2080. La speranza di vita alla nascita della popolazione residente italiana, sempre secondo l’Istat, è invece di 81,1 anni per i maschi e di 85,2 per le femmine. Il problema principale riguarda la non autosufficienza. L’Istat stima che sono 3,8 milioni le persone non autosufficienti in Italia, la maggior parte delle quali sono anziani: il rischio della non autosufficienza, infatti, si incrementa al crescere dell’età e coinvolge circa il 40% delle persone over 80 anni. L’intervento pubblico in materia è lacunoso e la maggior parte degli oneri, in 7 casi su 10, viene scaricata sulle famiglie. Si stima inoltre che l’assistenza sia garantita da circa un milione di badanti con una spesa annua in retribuzioni di circa 9 miliardi di euro. La spesa pubblica complessiva per il Long Term Care (interventi socio-assistenziali pagati dallo Stato che comprendono quella sanitaria, l’indennità di accompagnamento e altre prestazioni) è di 38 miliardi di euro. La più importante è sicuramente l’indennità di accompagnamento che, nel 2024, è pari a 531,76 euro mensili, erogata a 1,57 milioni di anziani over 65 anni non autosufficienti, l’11,5% della popolazione over 65 (Osservatorio statistico Inps, anno 2023), per una spesa annua complessiva di 9,3 miliardi (0,65% del Pil). Intanto, la Ragioneria Generale dello Stato ha stimato che, nel 2026, la spesa pubblica per Ltc sarà pari al 1,6% del Pil, mentre le previsioni per il futuro mostrano una crescita progressiva, dovuta sia all’indicizzazione del costo medio delle prestazioni, sia all’accentuazione del processo di invecchiamento della popolazione. In particolare, è stato stimato che nel 2070 la spesa sarà pari al 2,3% – 2,4% del Pil.
Il numero delle persone che hanno accesso all’indennità di accompagnamento è aumentato negli ultimi 20 anni, ma il valore reale dell’indennità di accompagnamento si è ridotto per effetto dell’inflazione (-15%). Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, i servizi residenziali coprono l’1,8% della popolazione anziana e vengono forniti prevalentemente da enti privati, con una disponibilità piuttosto limitata: 2 letti ogni 100 ultrasessantacinquenni, uno dei dati più bassi in assoluto in Europa. Le insufficienze dell’intervento pubblico sono compensate dalla spesa privata stimata nell’ordine dei 33 miliardi di euro. La spesa privata è quasi tutta out-of-pocket, poiché le polizze assicurative raccolgono solamente 178 milioni di euro, e una parte consistente di questa spesa è di scarsa qualità, poiché soprattutto l’assistenza domiciliare è gestita attraverso il ricorso alla ricerca privata di una badante e spesso sconfina nel lavoro in nero. Ufficialmente, infatti, sono 961mila le Colf e le badanti in Italia. Questi, però, sono i dati dell’Inps relativi alle assunzioni regolari, mentre si stima che i lavoratori domestici siano circa 2 milioni con una componente irregolare, che va oltre il 50%.
Per rispondere alle carenze su questa materia è stata varata la legge 23 marzo 2023, n. 3311 “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”. La legge delega si propone di riformare il complesso degli interventi Ltc e introdurre il Sistema Nazionale Anziani non Autosufficienti. La riforma prevederebbe quattro aspetti qualificanti: una governance unificata del sistema, una nuova domiciliarità, una nuova residenzialità e una nuova indennità di accompagnamento. L’11 marzo scorso il governo ha approvato definitivamente un primo decreto attuativo che stabilisce un finanziamento di un miliardo di euro in due anni per aumentare, in via sperimentale, l’indennità di accompagnamento a 1.380 euro dal 1 gennaio del 2025. Ma i criteri di accesso sono così restrittivi da ridurre la platea degli interessati a poche decine di migliaia, forse 30mila. Sebbene non sia facile un paragone e non è possibile traslare i sistemi stranieri nel nostro Paese a causa delle grandi differenze che ci sono, è opportuno notare che, nei Paesi presi in esame, i sistemi di Ltc sono stati oggetto di riforme recenti per adeguarli ai mutamenti sociali e al crescere delle persone fragili. In Germania, dal 1995, esiste la copertura obbligatoria Ltc per tutti i lavoratori dipendenti. Il sistema è retto dai contributi versati dai lavoratori, che sono pari al 3,4-3,5% dello stipendio annuo. Il costo dell’assistenza a lungo termine per gli anziani over 65 anni ha raggiunto gli 89,5 miliardi di euro nel 2021, il 2,5% del Pil. La Francia punta molto sull’assistenza domiciliare: 7 su 10 anziani ricevono assistenza a casa. Le risorse economiche impiegate sono pari a 64,2 miliardi di euro, il 2,6% del PIL. L’intervento pubblico copre il 33%, le assicurazioni obbligatorie il 46%, l’out-of-pocket il 21%. In Svezia il servizio Ltc è quasi interamente a carico dello Stato. Le risorse economiche impiegate sono di 4 miliardi di euro, il 2,8% del PIL, coperte al 94% dall’intervento pubblico, mentre il restante 6% è coperto dall’out-of-pocket.